Centrodestra bloccato sul Lazio: 48 ore per la scelta finale

Centrodestra bloccato sul Lazio: 48 ore per la scelta finale
di Mario Ajello
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Domenica 21 Gennaio 2018, 10:12 - Ultimo aggiornamento: 25 Gennaio, 11:06

Sta per arrivare la decisione finale. Dopo un travaglio lungo, difficile, pieno di stop and go. In una partita, quella della scelta del candidato governatore del Lazio per il centrodestra, che non appassiona Berlusconi ma a cui il Cavaliere si è e dovuto dedicare continuamente in questi ultimi giorni. L'accordo con Giorgia Meloni è di vedere il nuovo sondaggio su Gasparri, Pirozzi e Rampelli e poi decidere. Da stamane il report, arrivato ieri sera tardi, è sotto gli occhi del Cavaliere e della leader di Fratelli d'Italia, la quale si dice «ottimista». Ovvero ottimista che si possa chiudere su Rampelli, in questa altalena in cui i vari possibili candidati salgono e scendono nelle chances.

In 48 ore la decisione dovrebbe arrivare, dunque. Berlusconi sembra sulla via del convincimento a proposito di Rampelli, anche per rinsaldare l'alleanza con la Meloni, per riconoscerle la forza che ha nella regione e perché non ha dimenticato la serie di errori che portarono alla divisione nel centrodestra sulla scelta del candidato anti-Raggi per il Campidoglio. E sembra che il leader forzista stia facendo un po' di autocritica per non aver sostenuto nel suo partito la Meloni in maniera unitaria. E comunque: «A questo punto - dice il Cavaliere ai suoi - gli unici che potrebbero far desistere Pirozzi, e convincerlo a ritirare la candidatura, sono quelli di Fratelli d'Italia, perché loro sono quelli che all'inizio lo volevano». Pirozzi però continua a dare segnali di guerra. Ha anche presentato il simbolo di una sua lista per il Senato, che significa una minaccia in chiave nazionale per il centrodestra. Quanto alla notorietà di Rampelli, che nell'ultimo report verrà pesata, Berlusconi confida che, se il candidato sarà l'esponente di Fratelli d'Italia, che comunque fa politica nel Lazio da una vita, «la forza di trascinamento di Giorgia riuscirà a dargli un notevole aiuto». Si vedrà.

I COLLEGI
Il quadro è più chiaro invece per quanto riguarda le elezioni politiche. L'accordo sui collegi tra Forza Italia, Lega e FdI con i centristi è fatto. E il lumbard Calderoli ha dovuto modificare il simbolo tornando al Viminale: non più un logo tripartito, ma quadripartito. Se prima eravamo in tre, insomma, adesso c'è pure la quarta gamba. A Noi per l'Italia sono stati dati 31 seggi, ma 12 in quota Forza Italia (per esempio Sandra Mastella) e per Berlusconi il problema non è mai stato tanto nei numeri quanto nelle persone da candidare. «Serve gente leale - va dicendo il Cavaliere - e tra i centristi della quarta gamba molti con me non lo sono stati». L'incubo traditori insomma esiste presso il leader azzurro e non solo presso di lui. La Meloni infatti propone: «Convochiamo tutti i candidati in una grande assemblea pubblica, perché possano prendere l'impegno a mantenere il vincolo di mandato».

FATTORE LEGA
C'è poi la questione della Lega, le cui lotte interne non rappresentano un grande pericolo ma vengono viste come un problema fastidioso. Si tratta delle bordate, assai condivise da Berlusconi, di Maroni contro la scelta salviniana di candidare l'avvocatessa ex finiana e ex montiana Giulia Bongiorno. C'è chi dice tra i lumbard: «Ormai Maroni è berlusconiano quanto Ghedini. Si tolga il fazzoletto verde dal taschino e si metta quello azzurro». Mentre Bossi, se Salvini non lo vuole in lista, verrà forse candidato dal Cavaliere. Il quale in questi ultimi giorni di trattative con i centristi ha parlato di meno del suo pallino: ossia gli esponenti della società da candidare. Anche perché con i collegi, alcuni sicuri, offerti alla quarta gamba i posti cominciano a scarseggiare, essendo molti di essi destinati agli uscenti che si ripresentano.

E' invece sulla lealtà che Berlusconi insiste in questo frangente. Non mette la mano sul fuoco sull'affidabilità di tutti i big centristi, mentre tesse l'elogio di Cesa: «Lui ha affrontato e vinto un congresso nell'Udc, pur di stare al mio fianco. Dev'essere un esempio per tutti». E viste le tensioni di questi giorni, non stupisce più di tanto l'asse a sorpresa con Grillo: «Ha detto «una sola cosa giusta, quando ha salutato i giornalisti così: Tornate a casa dove sono tutti sconcertati, perché devono avere uno come voi tra loro».

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