Cdp, Renzi: «Bassanini disponibile
a dimissioni», presidenza a Costamagna

Cdp, Renzi: «Bassanini disponibile a dimissioni», presidenza a Costamagna
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Venerdì 19 Giugno 2015, 18:52 - Ultimo aggiornamento: 21 Giugno, 15:06

La Cdp ha un nuovo presidente e un ruolo rafforzato, le fondazioni i dividendi (almeno per il 2015) con il mantenimento dei presidi di governance e a Franco Bassanini va l'onore delle armi, un incarico di «consigliere speciale» del premier e la possibilità di mettere voce sulla spinosa vicenda della banda ultralarga.

Alla fine di una nuova giornata di consultazioni e contatti sull'asse fra Roma e Lucca (dove si svolgeva il congresso Acri) è stato Matteo Renzi a tagliare il nodo gordiano della Cassa che risultava sempre più ingarbugliato, confermando le schiarite già viste nella serata di ieri, e decidendo per l'arrivo di Claudio Costamagna alla presidenza.

Per l'Ad Gorno Tempini è in corso una trattativa (anche sugli aspetti economici) ma appare chiaro che anche per lui si prospetta a breve una sostituzione. Un cda ordinario della Cassa intanto è previsto per il prossimo 25 giugno e quella potrebbe essere l'occasione per convocare le assemblee straordinarie e ordinarie in modo da cambiare lo statuto ed eleggere i nuovi vertici entro luglio.

Bassanini infatti, spiega il comunicato del governo «si è dichiarato disponibile a dare le dimissioni dalla Presidenza, garantendo la continuità della rappresentanza istituzionale di Cdp fino alla elezione del nuovo Presidente. Le Fondazioni si sono a loro volta dichiarate disponibili a una designazione concordata di Costamagna nell'ambito di un'intesa volta a garantire la massima efficienza operativa, stabilità patrimoniale e adeguata redditività». Il comunicato accoglie così in larga parte le parole d'ordine chieste dalle fondazioni (azioniste di minoranza di Cassa con il 18,45 e cui per statuto spetta la nomina del presidente) in questi giorni e scandite ancora una volta da Guzzetti: «è interesse di tutti chiudere» aveva detto alla fine del congresso ricordando come «le fondazioni hanno buona volontà e non desiderio di frapporre ostacoli» ma vogliono certezze per «il futuro».

Per gli enti quindi si mantengono i 3 posti in cda e un'assicurazione che il nuovo ruolo della Cassa non metta a rischio le cedole e quindi le erogazioni che loro destinano a università, ricerca e lotta alla povertà. Se con la guida di Costamagna, banchiere di lungo corso, la Cdp potrebbe prendere un ruolo più incisivo a supporto dell'economia tuttavia gli enti avrebbero già avuto rassicurazioni che questo non comporterà investimenti troppo rischiosi su aziende in perdita con un radicale cambio della sua missione. «Costamagna non porterà una società che fa utili miliardari in rosso» spiega un rappresentante di una delle maggiori fondazioni «ha esperienza e una reputazione solida, penso voglia mantenerla».

Quindi sì a al veicolo per il turnaround e all'investimento in Ilva, sì alla banda ultralarga ma no a un ingresso diretto in Telecom che gli enti giudicano peraltro troppo oneroso. Proprio la mancanza di queste assicurazioni aveva nella giornata di giovedì surriscaldato il negoziato fra l'Acri e l'esecutivo, risolto poi anche con l'intervento dello stesso Bassanini giunto al congresso di Lucca e autore, assieme a Guzzetti, di una mediazione telefonica con Roma durata oltre due ore a porte chiuse. Nella mattinata odierna il clima nel convento di San Francesco appariva già diverso: «sono più allegro di ieri» diceva Bassanini ai cronisti lasciando il congresso e ribadendo come «il problema non sono mai stato io» e «lo sa sia Renzi che Padoan».

In serata il comunicato del governo e la svolta con Bassanini, grande utilizzatore di Twitter, che risponde sul social network anche a diversi utenti e giornalisti puntualizzando e replicando a ipotesi e commenti. Un suo tweet in particolare lo vede già nel nuovo ruolo: «serve e serve subito che parta il piano banda ultralarga del governo. Non perdiamo altro tempo!»

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