Camusso attacca Renzi: su lavoro e occupazione solo parole

Camusso attacca Renzi: su lavoro e occupazione solo parole
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Venerdì 18 Luglio 2014, 18:19 - Ultimo aggiornamento: 19 Luglio, 19:02
La leader del Cgil Susanna Camusso torna ad attaccare duramente il governo e il premier Matteo Renzi. L'accusa è di non fare nulla di concreto per il lavoro e contro la crisi dell'occupazione.



Risorse e ammortizzatori «Non passa giorno che il sindacato si debba confrontare con la dura realtà di chiusure e la messa in libertà di lavoratori» mentre «mancano le risorse necessarie alla copertura degli ammortizzatori sociali e il governo si limita a denunciare la situazione», ha detto Camusso parlando di «situazione diventata insostenibile».



Le accuse della Camusso Oggi, ha sottolineato il segretario della Cgil «hanno scioperato i lavoratori delle Acciaierie Speciali Terni» ma non è un caso isolato, visto che si aggiunge alle crisi dell'Ilva e di Piombino. Tutte situazioni che insieme a diverse altre risentono «dell'inerzia e della sottovalutazione della crisi industriale, della deindustrializzazione, della quotidiana spoliazione del capitale umano, tecnologico e manifatturiero, che sta compiendo il governo Renzi». «Nelle stesse aziende a controllo pubblico, come l'Eni, si scelgano strade di deindustrializzazione». «L'ultimo caso è quello della raffineria di Gela».



La dura stoccata a Renzi «È ora che il governo Renzi rompa gli indugi e agisca per difendere» l'occupazione, ha aggiunto, rincarando: il premier «nelle visite pastorali non porti ai lavoratori delle fabbriche in difficoltà - citando casi come Terni (Ast) e Gela (Eni)- solo parole» ma anche «provvedimenti e politiche industriali».
Per Camusso adesso occorre «attuare la prima vera riforma che serve all'Italia: difendere e allargare l'occupazione, trovare risorse per investire nel lavoro».




«Gli 80 euro non bastano» Renzi ai lavoratori non può portare solo «televisioni e giornalisti», ma «al mondo del lavoro e della produzione serve una maggiore incisività nella difesa e nell'allargamento dei livelli produttivi, dell'occupazione, della capacità competitiva del Paese». Tutto ciò però «non lo vediamo nelle preoccupazioni e nelle azioni di un Governo impegnato solo nelle controverse leggi costituzionali ed elettorali. Anche gli 80 euro, che abbiamo salutato con interesse, se restano l'unica politica del Governo per contrastare la crisi, non avranno efficacia».
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