E così »in un momento in cui il Paese è in grossa difficoltà, occorre che venga uno che capisce di economia«. Berlusconi appunto. Una crisi, secondo Bossi, talmente acuta che »il nord per la prima volta non è più in grado di dare soldi a nessuno«. In argomento pensioni, Bossi ha poi stigmatizzato il comportamento di Boeri dell'Inps: »Continua a parlare: pensa di essere il ministro del Lavoro...«. Ed è proprio per avere toccato le pensioni che - ha precisato Bossi - fece cadere il Governo Berlusconi, ma »oggi non lo rifarei: perché se va via Berlusconi, arriva questo tipo di sinistra«. Dell'ex cavaliere ha detto che è una persona con cui »si può trattare: accetta di parlare e di cambiare idea; poi se ti dà la parola, la mantiene. Fu cacciato da Napolitano perché diede voti a me per il federalismo fiscale«. Quando l'argomento è scivolato su Salvini, Bossi ha detto che »uno diventa quel che vuole diventare. Non ho mai imposto blocchi: servono spazi liberi per avanzare«.
Ma sulle candidature a premier, »se fossi Salvini, chiederei di essere vicepremier«.
Questione di esperienza. Il candidato premier dovrebbe però essere »o uno della Lega o Berlusconi. Maroni va bene«. In merito ad Alfano, il cui nome è stato accompagnato da fischi dalla piazza, Bossi ha precisato che »le difficoltà le avrà semmai Berlusconi: non vedo difficoltà per noi. Faccio alleanza sui programmi, su come si sviluppa il Paese«. Per quanto riguarda Tosi, »penso che nella Lega bisogna smettere di litigare«. Infine l'unico da salvare a sinistra: »Bersani è una persona per bene, uno che mantiene la parola. Quando i magistrati mi condannarono poco tempo fa, poi lo incrociai nella buvette e mi disse: 'Non solo la Padania ma l'Italia sa che sei onestò«.
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