Bondi e Repetti lasciano FI. Manuela: «Eravamo sempre più tristi. Adesso? Il nostro è un salto nel buio»

Bondi e Repetti lasciano FI. Manuela: «Eravamo sempre più tristi. Adesso? Il nostro è un salto nel buio»
di Maria Latella
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Mercoledì 1 Aprile 2015, 05:48 - Ultimo aggiornamento: 2 Aprile, 10:41
Una cosa dolorosa e inevitabile». Questo è per Sandro Bondi e Manuela Repetti l'addio a Forza Italia e a Silvio Berlusconi. «Non c'e'stato un fattore scatenante - ammette lei con una sfumatura di rassegnazione - Ce ne sono stati tanti che nel tempo hanno fatto maturare la decisione. Del resto, lei lo sa. In questi anni, quando ci incontrava in aeroporto, ci vedeva ogni volta più tristi». La voce di Manuela Repetti è malinconica ma non depressa, il timbro quello di chi si è levato un peso dal cuore e adesso viaggia verso l'ignoto. «Il nostro è un salto nel buio. Altri hanno aderito al gruppo misto programmando e ottenendo grandi vantaggi. Per noi non è così».



Vicino a lei, il compagno di questi anni, l'ex ministro e coordinatore di Forza Italia manda un saluto ma al telefono non viene. Non dev'essere un momento facile per un berlusconiano che ha militato più per e con il «dottore», che non per e con un partito. Di fronte a Silvio Berlusconi, Sandro Bondi esibiva una tale rispettosa e assoluta devozione da subire, marmoreo, ogni genere di sberleffo. Per anni i disegnatori satirici, primo fra tutti Stefano Disegni, lo ritraevano genuflesso, ironizzavano sulle poesie dedicate al sire di Arcore, «Vita assaporata/Vita preceduta/Vita inseguita/Vita amata». Vendola definì i versi bondiani zterribili» e Il politico poeta ci rimase male. «Avesse detto brutte... Ma terribili, no». Per decenni. Sandro Bondi ha tenuto duro, scrollandosi le ironie che, si direbbe a Roma, je rimbarzano. Una colomba dagli artigili di acciaio, sussurrava chi, dentro Forza Italia, non l'ha mai amato proprio perché troppo prossimo al Sole.



MANO NELLA MANO

Soffice fuori, irremovibile dentro, Bondi. Così, per dire, non aveva fatto una piega quando, pur prevedendo le critiche, nel 2010 si presento a L'Intervista, su Skytg24, insieme con Manuela Repetti. Loro due, nel giardino della villetta di Novi Ligure. La prima intervista politica condotta mano nella mano. Il sodalizio prima politico e poi sentimentale era iniziato qualche anno prima. Lui era da poco separato, con un figlio, lei un figlio l'aveva avuto da ragazzina, appena diciassettenne. Come tante altre coppie nate nelle riunioni di partito, dalla passione per Berlusconi si era passati più o meno rapidamente alla passione reciproca. «C'è stato un istante perfetto nel quale Manuela, con uno sguardo, mi ha fatto capire che qualcosa tra noi era scattato. Purtroppo non ricordo quando è successo», confidava lui, prendendosi in giro da solo.



L'INCONTRO DI ARCORE

Oggi, però, non è giornata di autoironie. Berlusconi aveva già fermato Manuela Repetti qualche settimana fa, incontrandola ad Arcore. Lei voleva andarsene dal partito, lui, in apparenza, la convinse a restare. Era il 3 marzo. Poi, evidentemente, la situazione è precipitata. «Non c'è stato un fattore scatenante. Ce ne sono stati tanti», assicura l'onorevole Repetti al telefono. Chissà. Certo l'inizio della fine data esattamente quattro anni fa, marzo 2011. Un muro di indifferenza circondò Sandro Bondi mentre un altro muro cadeva, a Pompei, e alte si sollevavano le polemiche. Bondi lasciò il ministero dei Beni culturali senza visibili prove di affetto da parte dei suoi.



Neppure oggi, a dir la verità, si è percepita grande partecipazione al dolore della coppia Bondi-Repetti. Toti. consigliere politico di Forza Italia, potenziale candidato di Berlusconi al ruolo di governatore in quella Liguria che è la regione della Repetto ed è ormai anche la residenza di Bondi, ha liquidato l'addio dei due con una certa freddezza: «Dispiace, ma Forza Italia va avanti lo stesso».



«Speriamo che non ci cancellino», sospira a metà pomeriggio Manuela Repetti. La damnatio memoriae, la distruzione di qualsiasi traccia possa ricordare un politico, è una condanna che i competitors applicano spesso. Ma Bondi, uomo di buone letture, forse ha già messo in conto che, dopo di lui, la damnatio memoriae potrebbe anche toccare a Forza Italia.