Ebbene, invece di seguire il solito copione, Berlusconi & C. (Quagliariello, Lupi, etc), per convinzione o per strategia elettorale, hanno detto no al biotestamento. Hanno, insomma, tradito la consueta missione di discepoli del Papa. Questo perché convinti che il mondo cattolico tradizionalista voterà per loro, se loro resteranno fedeli alla dottrina conservatrice. Ciò accade perché molto nella Chiesa è cambiato. Nei mesi scorsi, dopo il documento postsinodale “Amoris Laetitia” che apre la strada alla comunione per i divorziati risposati, un gruppo di cardinali guidati dai conservatori Raymond Burke e Walter Brandmueller ha apertamente criticato con i “Dubia” la linea rivoluzionaria di Francesco. E così di riflesso, e per conseguenza, questo scontro si riverbera tra i fedeli e dunque sulla politica.
La mossa di Berlusconi e dei suoi alleati spinge Francesco, il papa innovatore, suo malgrado e involontariamente a sinistra. In vista delle elezioni, la partita non è più tra un centrodestra per posizione e ruolo calamita dei voti cattolici e un centrosinistra capace di intercettare prevalentemente i credenti più vicini alla dottrina sociale. La partita diventa tra cattolici conservatori, critici verso le posizioni del Papa e dunque dalla parte di Berlusconi & C. E cattolici progressisti seguaci della dottrina del Pontefice. La cui infallibilità, in quel mondo, è un dogma. C’è da capire se Berlusconi ha valutato il rischio o se cambierà idea. Se non lo farà, vorrà dire che di nemici Francesco, in Vaticano e fuori, in base ai sondaggi ne ha davvero molti.
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