Proprio per questo, ha deciso di non partecipare all'udienza pubblica che deve decidere del suo ricorso contro lo Stato italiano e che parte questa mattina alle 9.15 in punto. «Dopo 5 anni di attesa spero che adesso in tempi brevi la corte accolga il mio ricorso e comunque il mio ruolo è già chiaro: indipendentemente dalla candidabilità sarò in campo per portare il centrodestra al governo del paese», ha detto ieri nel corso della trasmissione radiofonica Matrix, su Radio 105.
Per l'aula, i suoi avvocati hanno già pronta l'ultima mossa: la richiesta di applicare al suo caso l'articolo 39 del regolamento della stessa Corte, quello che impone ai giudici di decidere sul momento qualora il ricorrente rischi un «danno grave e irreparabile». Se è abbastanza difficile che la questione porti ad una decisione in giornata (non ci sono precedenti per casi analoghi a quelli del leader di Forza Italia) è possibile però che i togati europei tengano conto della richiesta nel fissare i tempi dell'emissione della sentenza. La decisione nel merito, infatti, avviene al momento della camera di consiglio, i mesi successivi servono per stesura e traduzione.
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