Berlusconi rilancia: «Ora guido io la battaglia economica per l’Italia, in autuno serviranno 20 miliardi»

Berlusconi rilancia: «Ora guido io la battaglia economica per l’Italia, in autuno serviranno 20 miliardi»
di Mario Ajello
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Lunedì 21 Luglio 2014, 08:08
L’ex Cavaliere rimonta a cavallo. E ieri, nella villa di Arcore, dove ancora non si sono spenti i festeggiamenti che lo hanno trasformato da Perseguitato ad Assolto, Silvio Berlusconi ha cominciato a pianificare la strategia del doppio binario. Il primo è quello della lealtà al patto con Renzi sulle riforme istituzionali - «Gli italiani le chiedono da decenni e finalmente c’è un leader della sinistra che non li prende in giro e non si muove per convenienze di piccola bottega partitica» - e il secondo è quello che il leader di Forza Italia ha riassunto così sia nel pranzo con i figli sia nei colloqui telefonici che sta avendo in queste ore con i maggiorenti del partito-partito e del partito-azienda: «Io da subito farò il leader della battaglia economica degli italiani». «Una battaglia durissima», osserva Berlusconi, e «vengono tutti a piangere da me. I negozi chiudono, le imprese non ce la fanno, il fisco sta stritolando i lavoratori e i risparmiatori. Su queste cose, Renzi non c’è. E questa sarà il terreno su cui sfidarlo».





DOPPIO FRONTE

Ecco, Berlusconi prepara la federazione del centrodestra e sta apprezzando le aperture di Alfano, con cui si è sentito ieri. Mantiene la barra dritta nel dialogo con Renzi. Ma si ritiene adesso, più di quanto lo fosse giorni fa, più forte per competere con il premier su due fronti che cruciali in cui «Matteo zoppica vistosamente»: economia ed Europa.





LA CURA

L’ex Cavaliere tornato a cavallo - ma anche consapevole della propria incandidabilità, del tempo che passa, della stanchezza personale che divide la scena con l’euforia della riabilitazione giudiziaria e in prospettiva della necessità di darsi un ruolo non più da front runner ma da padre nobile - sta pianificando una ripartenza sulla base del seguente ragionamento condiviso sia nel partito sia nel Cerchio Magico, e non sempre questa coincidenza si verifica ultimamente nell’universo berlusconiano. Insomma: «Gli italiani hanno bisogno di una cura molto più forte di quella che sta somministrando il governo. Altro che 80 euro. Ci vuole uno choc fiscale». E ancora: «In autunno, Renzi deve trovare venti miliardi di euro. E l’Europa gli sta con gli occhi addosso e con il fiato sul collo. E non basta Telemaco per convincere Merkel che l’Italia fa sul serio».





OLTRE TELEMACO

Silvio, che apprezza in tutto l’amico Matteo, lo vede poco energico sul piano europeo. «Renzi non riesce a farci contare davvero nei luoghi che contano», è il ragionamento del leader che si sente riabilitato e che sta vivendo momenti di euforia dopo lo choc emozionale derivato dal «miracolo» dell’assoluzione nella quale lui sperava più di tutti ma alla quale credeva meno degli altri ed è stato, fortunatamente per lui, smentito. Non vuole infierire troppo, è intenzionato a mantenere la polemica sul piano della correttezza in linea con l’aplomb istituzionale che sta cercando di darsi, e frena i rinfocolatori alla Brunetta, e tuttavia - anche per non lasciare troppo spazio alla Lega che ha scatenato un’opa sul centrodestra - del governo dice che «si sta dimostrando incapace di tagliare la spesa pubblica. E si continua ad usare, secondo la tradizione del Pd, la classe media come bancomat».





L’ORIZZONTE

L’orizzonte di Berlusconi è il 2018. Niente elezioni anticipate. E il format è quello di un partito di lotta e di governo. Molto attento a come si svilupperà la dinamica economica a proposito della quale Berlusconi non sembra ottimista. Non vede barlumi di ripartenza. Non scorge segnali di crescita. Anche per questo, nonostante prenda in considerazione l’eventuale opportunità di un governissimo, cioè di un ritorno al governo su cui alcuni degli amici più fidati gli chiedono di ragionare, vede i rischi politici di una scelta del genere: «Il governo sarà chiamato a intervenire pesantemente, perchè le cose non vanno bene. Noi da fuori incalzeremo Palazzo Chigi ma senza nessun intento distruttivo. L’Italia in questa fase ha bisogno di spirito di responsabilità. E noi su questo abbiamo dimostrato di non poter prendere lezioni da nessuno».



Silvio il federatore del centrodestra. Silvio il difensore delle tasche degli italiani. Silvio lo sfidante di Renzi ma senza esagerare troppo nei toni. Ecco il format in tempo di pace, e così Berlusconi rispolvera i panni del mattatore.

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