Berlusconi apre alle primarie, ma a Roma è caos centrodestra

Berlusconi apre alle primarie, ma a Roma è caos centrodestra
di Emilio Pucci
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Venerdì 4 Marzo 2016, 00:20 - Ultimo aggiornamento: 08:49

Cento banchetti per consultare i cittadini della Capitale. Gazebo nei vari municipi per chiedere ai romani qual è il candidato migliore del centrodestra. Per la prima volta si apre uno spiraglio sulle primarie. Questa infatti è la soluzione alla quale stanno lavorando FI, Lega e Fdi. Questa mattina si è tenuto il tavolo del centrodestra per cercare di evitare la rottura. FI è tornata all’attacco, chiedendo ufficialmente al Carroccio di appoggiare Bertolaso. E in serata Berlusconi a “Virus” ha confermato: «Assicuro che Bertolaso è il candidato a sindaco per Roma, lui è il migliore per togliere la città dal degrado. Non solo è candidato ma è l'unico candidato che può diventare sindaco. Alleati o non alleati». Di fronte al muro del partito di via Bellerio è partita una vera e propria trattativa alla quale hanno partecipato, in collegamento telefonico, tutti i protagonisti della telenovela sul Campidoglio.
 
«Io – ha premesso il Cavaliere – sono per tenere unita la coalizione. Chiedo di sostenere Bertolaso, non solo per una questione politica, ma anche umana. Ha subito ingiustizie giudiziarie, noi lo abbiamo richiamato da Londra, non possiamo tirarci indietro». Si è sfiorato ancora una volta lo scontro tra FI e Lega. Ed è stato a questo punto proprio l’ex premier a tracciare la linea: «Chiamate Bertolaso allora: o è disponibile a fare un passo indietro, oppure un passo avanti partecipando ad una consultazione. Io non ho nulla in contrario». 

LA SVOLTA
Primarie solo a Roma, ecco che la porta sempre chiusa dall’ex presidente del Consiglio si apre. Salvini gradisce: «Troviamo una soluzione, dobbiamo chiudere questa vicenda», fa sapere. Ma il nodo da sciogliere ancora c’è: chi deve partecipare a queste primarie? Chi si deve presentare? Perché il giovane Matteo è stato netto parlando con i suoi: «O si ricorre ai cittadini oppure facciamo una lista civica in appoggio a Marchini. L’alternativa è che la Lega appoggi un proprio candidato di bandiera, oppure si schieri addirittura con Storace». E dunque, primarie aperte a tutti? E’ questa partita che si sta giocando in queste ore. L’ex capo della Protezione civile è disponibile al confronto. «Io non faccio retromarcia – ha detto al telefono con gli sherpa del centrodestra -. Non chiudo ad alcuna soluzione». In realtà ad una soltanto: che ai banchetti compaia anche il nome dell’ingegnere romano. Del resto è la stessa Meloni ad essere tranchant: «Per me se c’è qualcuno che può governare questa città è Bertolaso, proprio per le sue competenze. Ma se la Lega ha fatto tutto questo per investire Marchini io non ci sto». Un no secco al candidato civico. «A questo punto sono pronta a correre», ha spiegato, segnando la seconda svolta della giornata.
 
LA GRAVIDANZA
La presidente di Fratelli d’Italia sa che è complicato portare avanti una campagna elettorale in stato di gravidanza ed è ancora più preoccupata perché a suo dire per il Campidoglio servirebbe una figura di «amministratore» del comune piuttosto che un politico. Ma i sondaggi sono buoni e qualora fosse costretta a scendere in campo non si tirerebbe indietro. Il sospetto dell’ex ministro è che Salvini la voglia eliminare quale competitor per la futura guida del centrodestra, che stia giocando a fare a pezzi l’alleanza proprio per far ricadere poi la colpa su FdI. 

LA MANIFESTAZIONE
Oggi Berlusconi dovrebbe tornare a Roma, ha rinviato l’intervento alla cataratta già programmato da tempo, ma proprio per il gonfiore all’occhio potrebbe intervenire solo telefonicamente all’iniziativa organizzata da Tajani a sostegno di Bertolaso. L’ipotesi alla quale stanno lavorando i partiti del centrodestra è quella appunto di organizzare dei gazebo, una sorta di remake della manifestazione messa su dal Carroccio nello scorso week end. L’idea è schierare tre nomi sui quali i romani dovranno esprimersi: Bertolaso, appunto, appoggiato in questo caso da FI e Fdi, Storace e Pivetti. I partiti si sono presi altre 24 ore di tempo proprio per capire se è possibile andare verso il compromesso delle primarie ma senza Marchini, perlomeno è la condizione di Fdi e anche del Cavaliere. Lo scoglio è proprio questo: se il Carroccio si impunta sul nome dell’ingegnere romano allora salta tutto. Con Meloni a quel punto disposta a correre. E senza primarie. Del resto era stato lo stesso leader del Carroccio a spiegare che la Lega direbbe sì ad un segretario di partito candidato. Una sfida che Meloni non esclude più. Non l’ha mai fatto in realtà, ma questa volta ha dato la sua disponibilità. «Perché non possiamo più tergiversare». 
 

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