LA CACCIA
Dunque, mentre la caccia alle novità si rivela terribilmente faticosa, l’usato sicuro torna di moda. Ieri Berlusconi ha inviato una lettera al comitato centrale della Destra di Storace che oggi si riunirà e ha chiesto loro: «Tornate alleati di Forza Italia». La proposta verrà valutata, e intanto - così si racconta tra gli azzurri che sanno - la lunga trattativa tra Berlusconi e Storace su una possibile candidatura di quest’ultimo all’interno delle liste azzurre si sarebbe chiusa. E Storace, con i suoi voti e le sue preferenze, correrà nella squadra forzista per Strasburgo nel collegio laziale, dove il capolista è Tajani.
La questione Fitto è risolta: ha vinto lui e correrà per le Europee come capolista del Sud (Luigi Cesaro, detto Giggino ’a purpetta, ex consentiniano carico di voti sarà tra i big in gara nella stessa circoscrizione dove Cosentino minacciava fuoco e fiamme contro Forza Italia a trazione Pascale ma ora si sta placando). Il caso Scajola è chiuso con un no - niente posto in lista per lui - anche se nel ritorno dei dinosauri forse non avrebbe sfigurato il leader di Imperia. Il sardo Salvatore Cicu è in procinto di adottare il lodo Fitto (candidatura europea e dimissioni da deputato) mentre in molti altri casi si registra una retromarcia. Svariati parlamentari azzurri, per garantirsi cinque anni pieni a Strasburgo e sfuggire all’indefinitezza della legislatura italiana, premevano su Berlusconi per farsi candidare in Europa. Ma pensandoci bene - servono molte preferenze personali e spesso gli azzurri hanno soltanto i voti di Silvio - hanno deciso di soprassedere. Anche per un fatto di soldi.
SOLDI
In ogni circoscrizione, in media, il singolo candidato non può spendere più di 170.000 euro che comunque non sono pochi. In ogni caso, la paura che si vada alle urne e non si venga ricandidati spingerà i parlamentari forzisti a non dare troppa battaglia a Renzi - anche se l’ex Cavaliere ha scelto la linea del «niente sconti» - il cui governo è per loro garanzia di sopravvivenza. Il vero pensiero di Berlusconi però è un altro: «Il 10 aprile mi mettono in galera». E non aggiunge più, perchè ha perso la sua proverbiale ironia: «Voi dovrete portarmi le arance in cella».
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