Berlusconi è tentato dal governissimo: ora riforme economiche

Silvio Berlusconi
di Mario Ajello
3 Minuti di Lettura
Sabato 19 Luglio 2014, 23:44 - Ultimo aggiornamento: 20 Luglio, 09:36
Era esausto l’ex Cavaliere nel giorno dell’assoluzione, che lui chiama il miracolo. Ed era sotto botta, una «bella botta» però, per l’emozione provata, per «la liberazione, da un torto terribile, da cui credevo di non potere uscire più».



Ieri invece, nel day after, tra il pranzo con i figli maggiori e le telefonate di risposta a tutti quelli che lo avevano chiamato per condividere la sua gioia, Silvio Berlusconi ha ricominciato a carburare politicamente.



E a prendere in considerazione, senza ancora decidere come muoversi ma tempo per ragionare ce n’è ancora molto, il pressing discreto o la moral suasion che subito sono state azionate da parte di molti big del partito - a cominciare Denis Verdini in prima fila - e da persone fidatissime come Gianni Letta e da amici di cui si fida da sempre.



Gli dicono: non sarebbe il momento, a questo punto, di entrare nel governo? Dopo il successo giudiziario, e mentre aumentano non tanto in Berlusconi ma negli altri le speranze che anche il processo di Napoli possa ben risolversi, cresce il partito del governissimo.



E l’ex Cavaliere, che pure con Renzi dialoga e ci fa le riforme ma da fuori e solo quelle istituzionali, a questa nuova mossa pacificatoria in clima di neo-pacificazione comincia a pensare. Sarebbe un modo, l’entrata al governo, per partecipare alla riforme economiche, quelle che contano di più. E per gestire, senza gli strepiti del passato perchè la cosiddetta «guerra civile politico-giudiziaria» sembrerebbe finita, la riforma della giustizia.



Fanta-politica? Verdini e i verdiniani, Letta a cui molto di deve la strategia istituzional-buonista di Silvio, il partito Mediaset e il Cerchio Magico non vedono di cattivo occhio il passo in avanti verso un clamoroso ritorno al governo. Pur sapendo che Renzi lo vivrebbe con difficoltà e che il Nuovo Centrodestra alfaneo non lo vede affatto di buon occhio.



TELEFONATE

Alcune telefonate che giungono ad Arcore sono di questo tipo: «Entriamo al governo. Perchè dobbiamo lasciare tutto al Ncd?». Oppure, ma è la stessa cosa: «Perchè non ci riprendiamo i posti che abbiamo lasciato a quelli di Alfano?».



La tentazione governissimo insomma c’è dentro e fuori il castello di Arcore. Ma si tratta di ragionamenti ancora da sviluppare e che provocherebbero uno choc nella politica italiana. Ma Silvio, si sa, è uno Stupor Mundi e quindi può accadere di tutto. Intanto sta accadendo che l’ex Cavaliere vuole ripartire - e ieri lo ha detto a tutti - come federatore del nuovo centrodestra. Anche se i problemi già ci sono.



La Lega di Salvini, che oggi celebra il suo congresso a Verona, sembra tutt’altro che ben intenzionata ad andare d’accordo con Forza Italia e spinge verso una deriva lepenista. Ciò preoccupa il Cavaliere che ha chiesto lumi a Maroni. E comunque, il ruolo di federatore, nelle intenzioni di Berlusconi, si accoppierà a quello di padre nobile.



Ovvero: essendo incandidabile, il passo indietro prima o poi ci sarà da parte dell’Assolto. E in pole position per la leadership del centrodestra, da vagliare probabilmente alle primarie, c’è Giovanni Toti. Silvio, se continua l’indisponibilità dei figli, per ora punta su di lui.
© RIPRODUZIONE RISERVATA