Ovvero l'imprenditore diventato sindaco di Venezia e simbolo della nuova frontiera cara a Berlusconi: gli esterni nè di destra nè di sinistra che possono ridare la vittoria ai moderati. Silvio a Milanello, presentando il nuovo allenatore Mihajlovic, parla di Della Valle: «E' un ottimo imprenditore. Ed è nuovo come politico». Ancora: «Occorre avere più persone come lui che decidono di dedicarsi al bene del proprio Paese». Un endorsement. Silvio lascia e avanti Diego? «No, nessuna investitura - spiega in privato Berlusconi ai suoi - perchè le investiture non le do io, bisogna essere capaci di conquistarsele nel popolo». Nella federazione di movimenti nuovi e non partitici, che Berlusconi ha in mente, porte spalancate per «Noi italiani». Chi dovrà comandare il fronte anti-renziano poi si vedrà. E intanto i due imprenditori sono sulla stessa barricata dell'opposizione a Renzi che - parola di ex Cav - è uno che fa politica da quando è piccolo e questi professionisti del partitismo non fanno il bene dell'Italia».
IL MATCH
Per misurare l'abisso che separava, fino a poco fa, Berlusconi e Della Valle, dovuto alle critiche continue che quest'ultimo ha avanzato contro i governi del leader forzista, potrebbe bastare questa vicenda. 11 dicembre 2004, si gioca Milan-Fiorentina. Prima della partita, Berlusconi - questa la voce circolante - avrebbe spronato i suoi ragazzi rossoneri a fare il partitone della vita, ad asfaltare sul campo i viola, il cui patron «non fa altro che provocarmi con le sue ingiurie e i suoi attacchi» (secondo un precedente sfogo del premier). E dunque? Il Milan a valanga fa 4 gol e dopo di che, secondo il galateo non scritto nel mondo del calcio, per non strapazzare troppo i soccombenti la squadra che sta stravincendo rallenta un po'. Ma quella volta, no. Finisce 6 a zero, e sia negli ambienti sportivi sia in quelli politici si fa largo questa considerazione: Berlusconi ha voluto umiliare sul campo Della Valle.
VOTO AZZURRO
E pensare che, nel 1994, Della Valle ha votato Forza Italia. Anzi di più: «Ho creduto nel partito di Berlusconi e l'ho anche finanziato. Ma poi purtroppo mi sono dovuto ricredere». Il durissimo show del capo del governo all'assemblea di Confindustria, il 19 marzo del 2006, è indimenticabile. Silvio ha un mal di schiena tremendo, e infatti aveva pensato di disertare l'incontro. Poi ci va, zoppicando. Non riesce a muoversi dalla poltroncina ma di colpo, vedendo Della Valle in prima fila, fa uno scatto di reni e comincia ad urlare quasi sporgendosi dal palco: «Gli imprenditori che stanno a sinistra hanno scheletri negli armadi, sono sotto il manto protettivo della sinistra e di Magistratura Democratica». Della Valle resta impassibile in prima fila (dopo due giorni dirà: «Berlusconi è un uomo in preda a una crisi di nervi»), scuotendo sconsolatamente la testa. Berlusconi è una furia: «Prego il signor Della Valle, se si rivolge al presidente del consiglio, di dargli del lei e non del tu....».
Silvio sta citando un antefatto. Tre mesi prima, il 19 dicembre 2005, il premier è ospite a Porta a Porta e l'imprenditore marchigiano è in collegamento. «Ho rispettato il patto sottoscritto con gli italiani - afferma Berlusconi - e non ho compiuto errori». Della Valle, da casa, sbotta, dandogli del tu: «Silvio, se dici questo, nelle case si mettono a ridere». E ancora: «Dici sciocchezze e prendi in giro gli italiani». Negli anni successivi, meno sangue (e nello scorso novembre addirittura un complimento di Diego a Silvio: «E' lui il leader del centrodestra») ma vicendevoli punture. «Non uso più le Tod's», ha giurato Berlusconi nel 2011. Ora ha ripreso a indossarle. Basta che non si allarghino troppo.