Banca Etruria, verso l'archiviazione per il padre di Maria Elena Boschi

Banca Etruria, verso l'archiviazione per il padre di Maria Elena Boschi
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Lunedì 7 Agosto 2017, 18:33 - Ultimo aggiornamento: 9 Agosto, 08:22

L'ex vicepresidente Pier Luigi Boschi, padre del sottosegretario alla presidenza del consiglio, Maria Elena, sembra vicino all'uscita dell'inchiesta sul crac di Banca Etruria. La procura di Arezzo pare infatti intenzionata a chiedere l'archiviazione della sua posizione. Una mossa non del tutto inaspettata, visto che sarebbe in linea con un'ordinanza firmata dal gip nell'aprile 2016. Sulle vicende di Banca Etruria i procedimenti giudiziari viaggiano paralleli a quelli delle autorità di vigilanza, con risultati non sempre sovrapponibili. Dopo Bankitalia, che nel 2014 e nel 2016 sanzionò gli amministratori dell'istituto aretino per un totale di circa 4,7 milioni di euro, in questi giorni stanno arrivando le multe di Consob, per ulteriori 2,8 milioni di euro. In tutte e tre le occasioni a Boschi sono stati mossi rilievi, come alla quasi totalità degli ex vertici.

Per l'ex vicepresidente (da maggio a dicembre 2014, dopo essere stato conigliere dall'agosto 2012 al maggio 2014) la multa di Consob ammonta ad almeno a 90 mila euro. Per l'ex presidente Giuseppe Fornasari la cifra sale ad almeno 100 mila euro e a 120 mila euro quella in capo all'ex d.g, Luca Bronchi. Secondo Consob, i manager dell'istituto nascosero la grave situazione finanziaria della banca e non fecero in modo che i clienti venissero informati dell'elevato profilo di rischio delle obbligazioni. Nonostante i rilievi di Bankitalia, scrive l'organo di vigilanza, il cda di Banca Etruria non modificò i profili di rischio dei bond «abdicando con ciò ai propri doveri di diligenza e correttezza nei confronti della clientela». Nella delibera, Consob spiega anche di aver rigettato la richiesta di alcune fra le persone sanzionate di non rendere pubblico il provvedimento «in ragione di danni asseritamente sproporzionati che, in caso contrario, deriverebbero agli stessi, specie sotto il profilo reputazionale».

Per quel che riguarda il profilo penale, per Boschi l'autunno sarà un momento della verità. L'ex vicepresidente è indagato per bancarotta fraudolenta in merito alla liquidazione di circa 700 mila euro concessa all'ex dg dell'istituto, Luca Bronchi, che però, secondo il gip, «appare frutto di un accordo tra l'allora presidente Lorenzo Rosi e Bronchi stesso», non dei componenti dell'allora cda, quindi, compreso Boschi. Se venisse archiviata la posizione dell'ex vicepresidente, resterebbero comunque in piedi i procedimenti - più di uno - a carico degli altri ex vertici. A ottobre comincerà il processo per bancarotta a venti componenti dei cda guidati da Elio Faralli e Giuseppe Fornasari, che potrebbe essere riunificato all'altro, cosiddetto 'bancarotta bis', che vede altri 26 imputati tra ex dirigenti e sindaci revisori, in alcuni casi coinvolti in entrambi i filoni, accusati di finanziamenti 'facilì concessi ad alcune società.

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