Alfano esulta, niente deriva a sinistra: «Non solo abbiamo il Quid, ma pure il Quod»

Alfano esulta, niente deriva a sinistra: «Non solo abbiamo il Quid, ma pure il Quod»
di Mario Ajello
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Sabato 22 Febbraio 2014, 07:51 - Ultimo aggiornamento: 12:37
Si sentono i grandi vincitori di questa partita. Dicono di se stessi, Alfano e gli altri: Non solo abbiamo il Quid. Abbiamo pure il Quod!. Ossia, coraggio, bravura, caparbietà nel fronteggiare Renzi che è un osso duro e spuntare tutto ciò che volevano. «Non potevamo desiderare di più e di meglio». Ecco il mood di Alfano. Il Nuovo Centrodestra porta a casa tre ministri, come voleva, ma soprattutto - fa notare Alfano ai suoi - «abbiamo fatto passare la nostra visione politica, un programma non sbilanciato a sinistra, un percorso di riforme solo alla fine del quale si andrà a votare».



E però, se prima c’era il governo Letta-Alfano adesso non c’è il governo Renzi-Alfano. Non è vice-premier Angelino, ma pazienza. Lui tiene il Viminale, come voleva. E gli altri due ministri alfanei, Lorenzin e Lupi, restano ai loro posti. Nonostante il fuoco che le lobby di Forza Italia gli hanno scatenato addosso in queste settimane. Ma niente. Se fosse Checco Zalone, Angelino canterebbe: «Siamo una squadra fortissimiiiii....». Ma non lo è. Il suo entusiasmo lo esprime così: «Molto bene la squadra. Il Nuovo Centrodestra non poteva chiedere o desiderare di più. Per l’Italia, avanti tutta».



Anche se non è detto che legare l’approvazione della riforma elettorale alla riforma del Senato, ossia metterla su binari lunghi e non di alta velocità, sia garanzia assoluta che non si dava al voto presto. Nel senso che questo tipo di accordo andrà poi verificato nei fatti e Renzi, come si sa, è uno che cambia spartito da un momento all’altro. Così come non è detto che Berlusconi, le cui incursioni filo-governative o addirittura sottilmente entriste nel governo infastidiscono assai gli alafaniani, siano un pericolo scampato. Anzi, i movimenti di Silvio in Senato, per raccogliere una pattuglia di desperados pronti a dare fastidio al Nuovo Centrodestra, continuano senza requie. Di fatto, però, e qui il successo di Alfano è nettissimo, «Renzi ci ha garantito che questo governo è nato per durare e per cambiare l’Italia». Sul fisco, sulla famiglia, sul lavoro e su altre questioni fondanti - tra cui quella dello ius soli su cui si sta ancora lavorando - la pervicacia e la secchioneria con cui gli alfanei hanno battuto e ribattuto sui propri temi alla fine ha avuto la meglio sull’atteggiamento di Renzi. Sulle prime piuttosto di chiusura. O di sottovalutazione di quella parte politica rappresentata da Angelino.



Quasi amici Matteo e Alfano sono ora diventati quasi amici? Certo tra i due il feeling non sarà come quello che avevano Letta e Alfano. Ma l’intesa politica è stata raggiunta. E ora si vedrà come congelare l’Italicum, se con il famoso emendamento Lauricella. O attraverso altre vie. Magari partendo dall’approvazione dell’Italicum alla Camera e lasciandolo congelato in attesa che passi la riforma costituzionale. L’ex ministro Quagliariello, ieri, ha lavorato a queste questioni fino a sera.



Far sapere all’Italia che il Nuovo Centrodestra è roba tosta - «Quando uno impara ad avere coraggio, e noi lo abbiamo avuto nella rottura con Berlusconi, poi ci prende gusto» - è stato l’obiettivo raggiunto dagli alfanei. I cui ministri, questo il ragionamento circolante ieri nel partito, «si sono fatti da soli questa volta». Ovvero: nel governo Letta non si capiva bene chi avesse fatto ministri Alfano, Quagliariello, la Lorenzin e gli altri, visto che poi hanno scoperto che non li aveva fatti Berlusconi. Adesso, stanno lì perchè Alfano ha lottato politicamente, in una trattativa lunga e laboriosa con Renzi, per dare l’impronta del Ncd a questo esecutivo. «Il nostro partito è nato veramente in questa settimana», si compiacciono gli alfanei. Una settimana di passione cominciata domenica scorsa con Berlusconi che li ha chiamati «utili idioti» («inutili idioti» è stata la replica di Angelino verso certi forzisti), proseguita con il braccio di ferro con Renzi che li avrebbe voluti docili e remissivi, riempita di sangue politico e di veleni, e popi conclusa quasi alla vigilia della presentazione della lista dei ministra da parte di Renzi. «E Angelino s’è rivelato un leader vero», con il Quid e con il Quod, dicono i suoi.



Si tratta di vedere quanto però Renzi, che resta un po’ sfuggente su questo punto, sarà capace di resistere alle sirene berlusconiane. Visto che il Cavaliere usa l’accordo sulle riforme istituzionali per essere di fatto di lotta e di governo nei confronti di questo esecutivo. La durata e l’efficacia del governo è la scommessa del Nuovo Centrodestra anche perchè, con il tempo, Berlusconi rischia di appannarsi e di far risultare il Nuovo Centrodestra come il vero centrodestra. L’obiettivo finale degli alfanei sta in questa sostituzione politica.
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