Alfano a Berlusconi: inizia cammino controdestra con Popolari, Udc e Sc. Poi a Renzi: sull'art.18 non scherziamo

Alfano a Berlusconi: inizia cammino controdestra con Popolari, Udc e Sc. Poi a Renzi: sull'art.18 non scherziamo
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Sabato 26 Luglio 2014, 12:45 - Ultimo aggiornamento: 14:45
Si ricostruir un nuovo centrodestra con un processo faticoso e lungo, con la democrazia. Noi intanto iniziamo il cammino con i Popolari di Mauro, l'Udc e un pezzo di Scelta Civica, partendo da tre cose che abbiamo in comune. Lo dice Angelino Alfano rivolgendosi a Silvio Berlusconi, nel corso dell'assemblea di Ncd.



«Siamo alternativi alla sinistra ma non vogliamo tornare a Canossa - afferma Alfano - Oggi vogliamo cominciare questa ricostruzione, vogliamo rifondare il centrodestra», ricordando che «il vecchio centrodestra è morto e non esiste più; ora il centrodestra è del tutto diverso, e si avvia un grande patto».



Alfano fa presente che «la casa dei moderati non si edifica sulle macerie del Pese ma sulla speranza di cambiamento» e invece «chi ci chiede di uscire dal governo e di mollare le riforme vuole edificare

sulle macerie». Poi il leader di Ncd osserva come le riforme approvate anche con un «referendum avremmo fatto nascere la terza Repubblica su base popolare. Una cosa per la quale verremo ricordati per sempre».



«È venuto meno il punto più importante di tutti, quello sulla legge elettorale: quando risponderemo» a Berlusconi «lo faremo con poche righe» chiedendo una «posizione chiara sulla legge elettorale. Questo è un punto dirimente che non è risolto oggi e me ne dolgo perché era una buona occasione», dice poi Alfano commentando la lettera di Silvio Berlusconi a tutto il centrodestra.



«Se coalizione ci dovrà essere - aggiunge Alfano - dobbiamo capire se verrà meno il tentativo di soffocarci in culla. Sulle preferenze vogliamo capire se Forza Italia è contraria oppure no» perché «a Renzi diciamo che se il patto del Nazzareno si traduce in un patto per portare altri nominati in Parlamento abbiamo un grande problema».



«Questo governo non è un monocolore del Pd, ma un governo in cui la rappresentanza dei moderati italiani ha il diritto di battersi per un fisco formato famiglia, la riforma del lavoro e quella della giustizia», sottolinea ancora il leader Ncd. In particolare sulla giustizia Alfano ha chiesto che nella riforma sia prevista una revisione del regime delle intercettazioni, la responsabilità civile dei magistrati e «la guerra al correntismo nella magistratura».



«Al governo e a Renzi diciamo chiaramente che sull'articolo 18 noi non scherziamo, non è uno slogan elettorale. Vogliamo che quel totem venga abbattuto: anche per Renzi significherebbe abbattere un vecchio totem della sinistra», insiste poi Alfano parlando della delega sul lavoro lavoro in discussione al Senato.



«Se non ci fossimo stati noi, il Paese sarebbe già nelle mani di Grillo», sostiene ancora Alfano, secondo il quale c'è un rischio dalla deriva «xenofoba e razzista» della Lega che Berlusconi aveva il «merito di costituzionalizzare». Oggi, dice, però «ho l'impressione che non sia più così» sia per posizioni che ha assunto in Europa che per esempio per quello che dice sui migranti. Se la Lega rimane nel perimetro del centrodestra, osserva Alfano, «una cosa è certa: i moderati italiani non vinceranno mai più perché con quei voti non ha nulla a che fare».