«Trattare con i terroristi», bufera sul grillino Alessandro Di Battista

«Trattare con i terroristi», bufera sul grillino Alessandro Di Battista
di Sara Menafra
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Domenica 17 Agosto 2014, 10:49 - Ultimo aggiornamento: 18 Agosto, 12:34
Un documento di circa 350 righe intitolato ”Isis: che fare?” sulla prima pagina del blog di Beppe Grillo in cui il parlamentare del Movimento Cinque Stelle Alessandro Di Battista passa in rassegna gli ultimi 100 anni di storia del Medioriente, con qualche puntata sull’America Latina. Concluso da otto punti di proposta di cui due in particolare, il numero 6 e il numero 7, hanno già fatto molto rumore. Perché entrambi propongono di considerare i terroristi tutti, ma in particolare quelli dell’Isis che in questi giorni massacrano i cristiani e gli yazidi in Iraq, come interlocutori di un eventuale processo di pace: «Dovremmo smetterla di considerare il terrorista un soggetto disumano con il quale nemmeno intavolare una discussione - scrive Di Battista al punto 6 - Questo è un punto complesso ma decisivo. Nell'era dei droni e del totale squilibrio degli armamenti il terrorismo, purtroppo, è la sola arma violenta rimasta a chi si ribella. E' triste ma è una realtà. Se a bombardare il mio villaggio è un aereo telecomandato a distanza io ho una sola strada per difendermi, a parte le tecniche nonviolente che sono le migliori: caricarmi di esplosivo e farmi saltare in aria in una metropolitana. Non sto ne giustificando né approvando, lungi da me. Sto provando a capire».

Il punto 7 è più o meno sullo stesso tono: «Occorre legare indissolubilmente il terrorismo all'ingiustizia sociale».

Sul piano meno teorico e più pratico, a poche ore dalla decisione del consiglio dei ministri degli esteri dell'Ue che ha accolto «con favore» la decisione di consegnare le armi ai curdi iracheni che combattono l'avanzata islamista di Isis, il parlamentare dei Cinque stelle chiede invece che l’Italia proponga una «moratoria internazionale sulla vendita delle armi» e una «conferenza di pace sul Medio oriente», capace di curare il terrorismo «come fosse un cancro», «eliminandone le cause». In realtà, l’agenda del Parlamento prevede invece che il prossimo 20 agosto siano convocate le commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato, in seduta congiunta, per ascoltare i ministri Mogherini e Pinotti e dare il via libera all'azione italiana di sostegno ai curdi, con l'invio di armi, come deciso a Ferragosto dai ministri degli Esteri Ue: una semplice informativa, dunque senza un voto finale.



LE CRITICHE

Immediate le reazioni e le prese di distanza di tutti i partiti ma in particolare del Pd. La dichiarazione più articolata è di Emanuele Fiano, responsabile sicurezza dei democratici: «Il nostro Paese - spiega il parlamentare - ancora piange le decine di morti e feriti degli anni di piombo: anche gli autori di quelle stragi erano soggetti da elevare al rango di interlocutori? Non qualsiasi morale ha valore».



Ma i commenti sono tutti variazioni sul tema della dura condanna. Da Daniela Santanché di Forza Italia - «Game over per la credibilità e per il margine di tollerabilità del Movimento 5 Stelle» - a Barbara Saltamartini del Nuovo Centro Destra - «Di Battista imbottito d'odio, i grillini kamikaze della democrazia» - fino a Dario Ginefra, sempre del Pd: «Antidemocratici si nasce e il Movimento 5 Stelle oggi ha confermato la sua natura. Il deputato Di Battista non è degno di sedere in Parlamento».



LA POSIZIONE DEI 5 STELLE

Dopo la frenata alle elezioni europee, negli ultimi mesi Alessandro Di Battista aveva scelto un profilo più defilato di quello dello scorso inverno. Difficile però considerare la presa di posizione di ieri come puramente pesonale. Prima di tutto perché il testo compare con evidenza nella homepage del blog di Grillo. E poi perché tocca argomenti già accennati nel comunicato di martedì scorso del gruppo Cinque stelle in commissione Esteri alla Camera. Anche in quel caso la metafora scelta era una malattia: «Bombardamenti e forniture di armi - diceva il testo - non fanno altro che alimentare gli stessi fenomeni che si vogliono contrastare. Praticamente è come curare un diabetico con iniezioni di glucosio».
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