Torino, morto il consigliere Udc Musy
ferito nel 2012 in un agguato misterioso

Alberto Musy
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Mercoledì 23 Ottobre 2013, 09:16 - Ultimo aggiornamento: 24 Ottobre, 14:19
E' morto ieri sera alle 22 notte Alberto Musy, il consigliere comunale Udc di Torino ferito gravemente in un agguato sotto casa il 21 marzo del 2012. Musy, nel 2011 candidato sindaco di Torino per il Terzo Polo, è morto per un'insufficienza respiratoria: si trovava in coma da 19 mesi e attualmente si trovava nella clinica di lungodegenza "Anni azzurri" di Santena (Torino). Il 21 marzo 2012 fu colpito da un uomo che indossava un casco con diversi colpi di pistola nel cortile della sua abitazione in via Barbaroux, nel centro di Torino. A processo per l'agguato c'è Francesco Furchì.



Antonio De Tanti, il direttore del centro medico di Fontanellato (Parma) in cui Musy fu ricoverato dal giugno 2012 al febbraio di quest'anno, ha detto: «Da uno o due giorni il paziente era in preda alla febbre e si era proceduto con una terapia antibiotica. Purtroppo, in questi casi, le infezioni alle vie aeree sono le cause più frequenti di complicanze. Vari fattori portano a infezioni. E la terapia antibiotica non riesce a dominarle». Quanto alle condizioni di Musy nel periodo in cui restò ricoverato nel Parmense, il medico ha parlato di «stato vegetativo severo» con «una prognosi che non dava margini di evolutività».



Musy lascia la moglie, Angelica Corporandi d'Auvare e le quattro figlie di 13, 11, 9 e 3 anni. Per quell'agguato è in carcere dallo scorso 29 gennaio Francesco Furchì, un faccendiere che, secondo le indagine della squadra mobile e della Procura di Torino, agì animato da rancori personali. Proprio oggi, in Tribunale a Torino, era prevista la sua deposizione nel processo che lo vede imputato con l'accusa di tentato omicidio.



Legale famiglia Musy: ora ergastolo per Furchì.
«Adesso l'imputazione per Francesco Furchì dovrà cambiare: da tentato omicidio a omicidio volontario premeditato. Un reato punito con l'ergastolo» ha detto Gianpaolo Zancan, avvocato di parte civile per i familiari di Alberto Musy.



Furchì: adesso cosa succederà? Un lungo silenzio: è stata questa la prima reazione di Francesco Furchì quando stamattina gli è stata portata la notizia della morte di Musy. Furchì è apparso a chi gli ha parlato come «sconcertato». Ai suoi interlocutori si è limitato a dire, dopo un lungo silenzio: «Adesso cosa succederà?».



Udienza rinviata. È stata chiusa e rinviata al prossimo sabato, quando verrà conferito l'incarico per l'autopsia sul corpo di Alberto Musy, l'udienza del processo per l'agguato al consigliere comunale, ferito nel marzo 2012 e deceduto la scorsa notte dopo 19 mesi di coma.
Non si è quindi svolta, come previsto in un primo momento, la deposizione in aula di Francesco Furchì, il faccendiere arrestato lo scorso gennaio con l'accusa di avere sparato a Musy. Nell'udienza di sabato verrà formalmente conferito l'incarico per compiere l'esame autoptico sul corpo di Musy. Nelle intenzioni dei giudici, servirà a stabilire l'esatto legame tra l'agguato e la sua morte. In un secondo momento, il collegio presieduto dal giudice Quinto Bosio dovrà decidere se proseguire o meno il processo.




Fassino: si rinnova il dolore di Torino. «Si rinnova il dolore della famiglia, a cui siamo ancora una volta vicini, si rinnova il dolore di tanti, che hanno conosciuto, stimato e apprezzato Alberto, e si rinnova il dolore della città - ha detto il sindaco di Torino, Piero Fassino - Musy era un uomo mite, che faceva prevalere sempre la ragione, che aveva delle idee e le praticava con onestà, trasparenza e generosità. Un uomo che amava Torino e dedicava a Torino le sue migliori energie. La sua morte non fa che aumentare lo sconcerto e lo sgomento per un episodio oscuro. La sua è una famiglia straordinaria, di grandi valori morali. La signora Musy ha dato lezione di rigore e dignità straordinarie, come le figlie che hanno accompagnato il percorso della mamma e tutta la famiglia. Ora c'è un processo in corso, ci auguriamo faccia piena e definitiva luce su un episodio così oscuro».
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