Acqua, sì della Camera al ddl. Bagarre in aula, protesta M5S

La protesta M5S alla Camera (foto dall'account twitter del deputato M5S Diego De Lorenzis)
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Mercoledì 20 Aprile 2016, 20:09 - Ultimo aggiornamento: 21 Aprile, 22:40
Bagarre nel'Aula della Camera, con bandiere dai banchi M5S e Si e contestazioni in tribuna, al voto finale sul dd per la gestione pubblica delle acque. Il testo, approvato a Montecitorio con 243 voti a favore, 129 contrari e due astenuti, passa al Senato. Ma al momento della votazione finale è scoppiato il caos. Tutti i deputati M5S hanno esposto maglie azzurre e bandiere del referendum urlando «L'Acqua non si vende!». Sinistra Italiana ha applaudito la protesta poi la seduta è stata sospesa. 

Nello stesso tempo dalle tribune del pubblico alcuni attivisti dei comitati per la difesa dell'acqua pubblica, accreditati per l'ingresso da alcuni deputati , hanno lanciato bandiere ed hanno urlato contro i deputati della maggioranza, opponendo una resistenza fisica, mai vista in altre occasioni, agli assistenti parlamentari che tentavano di fermarli. Uno di loro ha saltato una tribuna «scartando» una commessa che tentava di fermarlo. Un gesto che ha destato l'ira di Angelo Cera di Ap che ha urlando ai deputati M5S «fate smettere quel pagliaccio». Parole che, a suo dire, hanno scatenato una dura reazione nei suoi confronti dei M5S: il contatto fisico è stato evitato solo dall'intervento dai commessi che hanno fatto cordone. Poco dopo, mentre in Aula si continuava a urlare, il vicepresidente Roberto Giachetti ha riaperto la seduta, sottolineando che «quanto è accaduto è stato un fatto di particolare gravità», e ha concluso rapidamente i lavori leggendo l'ordine del giorno della seduta di domani. Tuttavia, l'atmosfera è rimasta tesa, e alcuni dei commessi in tribuna hanno dovuto ricorrere alle cure dell'infermeria.

Il provvedimento approvato alla Camera introduce norme su gestione, pianificazione e finanziamento del servizio idrico integrato e istituisce un Fondo nazionale di solidarietà internazionale (garantendo anche il diritto a un quantitativo minimo vitale di acqua procapite di massimo 50 litri giornalieri, anche in caso di morosità). Il testo della proposta di legge, modificato in commissione Ambiente e dell'Assemblea, stabilisce che il servizio idrico integrato viene considerato un servizio pubblico locale di interesse economico generale assicurato alla collettività, che può essere affidato anche in via diretta (ma è stata cancellata la parola "prioritariamente") a società interamente pubbliche. 

«L'acqua secondo il Pd è chiaramente a gestione privata! Oggi il Pd ha calato la maschera. Dopo aver stravolto la legge popolare in commissione ambiente a suo uso e consumo, il Governo non accetta neanche la stessa modifica del Pd alla legge popolare e decide di eliminare la parola "prioritariamente" per l'affidamento della gestione "in house" dell'acqua. È il solito teatrino del Pd che sosteneva in questo modo di rispettare la volontà popolare. Ma così hanno definitivamente calato la maschera», è il commento dei deputati della Commissione Ambiente del M5S alla Camera.

«Signori cari - dice Federica Daga del M5S - non si interpreta un referendum che parla chiaro, 27 milioni di cittadini hanno chiesto di gestire l'acqua con enti di diritto pubblico e facendo partecipare la cittadinanza nelle decisioni che li riguarda. La legge popolare che hanno distrutto era l'unica risposta allo straordinario risultato del 2011. Il Pd in Commissione ha tolto la possibilità ai Comuni di ripubblicizzare il servizio idrico, Comuni già strozzati dalle politiche di austerità, Comuni che sono invitati e grazie al Testo Unico dei Servizi Pubblici Locali del ministro Madia, obbligati a mettere sul mercato l'Acqua. Ora la legge stravolta dalla quale abbiamo voluto togliere le firme, perché siamo custodi della volontà dei cittadini e la vogliamo rispettare fino in fondo, altro non è che un pezzo di carta straccia che mette nero su bianco la fotografia attuale della gestione dell'acqua. Quindi questa legge è stata usata dal Pd per tentare di lavarsi la faccia dalla privatizzazione spinta che imperversa da 20 anni e che noi vogliamo combattere per togliere l'acqua dal mercato e rispettare la volontà di 27milioni cittadini. Il Pd può continuare ad ignorare il risultato del referendum ma non lo può cancellare. Per sua natura l'Acqua scorre, non si può fermare l'onda inarrestabile dell'acqua pubblica schiacciando un pulsante in Aula. La battaglia per l'Acqua Bene Comune non finisce qui».

La proposta di legge approvata oggi in prima lettura dalla Camera introduce norme in materia di gestione, pianificazione, e finanziamento del servizio idrico integrato, nonché ulteriori disposizioni riguardanti la bolletta del servizio idrico, i meccanismi di partecipazione alla gestione di tale servizio e l'istituzione di un Fondo nazionale di solidarietà internazionale. Nel corso dell'esame in Commissione il testo originario è stato oggetto di diverse modifiche. In estrema sintesi, il provvedimento stabilisce i principi con cui deve essere utilizzato, gestito e governato il patrimonio idrico nazionale e mira a favorire la definizione di un governo pubblico e partecipativo del ciclo integrato dell'acqua, in grado di garantirne un uso sostenibile e solidale.

Il servizio idrico integrato, secondo il provvedimento, non potrà essere sostenuto attraverso la fiscalità generale. Il provvedimento indica quali fonti di finanziamento la tariffazione secondo le regole del Codice dell'Ambiente che prevedono l'intervento dell'Autority dell'energia e del sistema idrico, le risorse nazionali, come il Fondo sugli risorse idriche istituito dal decreto sblocca Italia, e quelle europee destinate agli enti di governo per assicurare i livelli essenziali del servizio su tutto il territorio nazionale. Dovranno comunque essere installati contatori per il consumo in ogni singola abitazione, attività produttiva o commerciale, favorendo della tele-lettura attraverso la rete elettrica. 

Viene comunque sancito il principio che tutte le acque superficiali e sotterranee sono pubbliche e non mercificabili e che il patrimonio idrico deve essere salvaguardato e rinnovato anche in considerazione dei diritti delle generazioni future. Nell'uso va data priorità al consumo umano, rispetto agli altri usi tra i quali figurano l'agricoltura e l'alimentazione animale (in questi casi va favorito l'impiego di acqua di recupero). Il Governo viene quindi delegato a emanare, entro il 31 dicembre, un Dlgs per il rilascio e il rinnovo delle concessioni di prelievo di acque, compresi i casi trasferimento del ramo d'azienda.

Il contributo di un centesimo per bottiglia di acqua minerale, in materiale plastico, andrà a sostenere progetti di cooperazione per l'accesso all'acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari finanziati dal Fondo nazionale di solidarietà internazionale.

A tutti i cittadini viene garantito il quantitativo minimo vitale giornaliero di acqua potabile fissato in 50 litri a persona, assicurati anche in caso di morosità. Il recupero dei minori introiti sarà garantito agendo sulla tariffa a partire dal consumo eccedente i 50 litri. 

Sul fronte della bolletta, vengono inserite una serie di norme che introducono l'obbligo di evidenziare i dati relativi agli investimenti sulle reti degli acquedotti, delle fognature e dei depuratori, oltre ai parametri di qualità dell'acqua e la percentuale media delle perdite idriche delle reti.

Il provvedimento prevede poi l'assegnazione al ministero dell'Ambiente di una funzione di controllo sul rispetto della disciplina vigente in materia di tutela delle risorse idriche e della salvaguardia ambientale.

Funzioni di regolazione e controllo anche per l'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico, che è inoltre chiamata ad assicurare la costituzione di una banca dati sul servizio idrico integrato, che elabora congiuntamente i dati dei sistemi informativi delle regioni, delle province autonome di Trento e di Bolzano e delle autorità di bacino distrettuale.

 
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