Papa Bergoglio presta all'Olanda la preziosa statua del Buon Pastore per una mostra su Costantino

Papa Bergoglio presta all'Olanda la preziosa statua del Buon Pastore per una mostra su Costantino
di Franca Giansoldati
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Venerdì 4 Settembre 2015, 17:32 - Ultimo aggiornamento: 6 Settembre, 20:02
CITTA' DEL VATICANO - Stavolta sarà l’arte a fare breccia in uno dei Paesi più scristianizzati d’Europa, l’Olanda, raccontando agli olandesi la grandezza del cristianesimo, le sue origini, le radici della cultura occidentale. I Musei Vaticani presteranno ai Paesi Bassi una serie di tesori unici, alcuni dei quali mai usciti dal piccolo stato pontificio, per una grande mostra su Costantino, l’imperatore romano che nel 313 proclamò la libertà religiosa per tutti, specialmente per i cristiani, cui dovevano essere restituiti i beni confiscati durante la persecuzione. Con questo gesto Costantino divenne protagonista di un momento cruciale della storia, chiamato «svolta costantiniana», o «Constantinian revolution». Ad Amsterdam voleranno la celeberrima statua di marmo del IV secolo del Buon Pastore, che è stata assicurata per diversi milioni di euro, onde evitare che possa danneggiarsi come accadde l’ultima volta che venne prestata, agli inizi degli anni Novanta, per essere esposta in Messico. Una scossa di terremoto fece cadere sulla statua un pesante pannello. L’urto, a sua volta, la fece cadere a terra spezzandola in due. Ci vollero lunghi restauri per riportarlo come prima. “Stavolta questo rischio non ci sarà. L’Olanda non è una terra sismica”. Ad autorizzare i prestiti è stato Papa Francesco in persona. “Questi prestiti importanti sono nel segno del dialogo fraterno per tutti i cristiani che un tempo vivevano in comune” spiegano ai Musei Vaticani. Insomma, l’arte come strumento di politica ecumenica, anche in vista dell’anniversario di Lutero che si terrà il prossimo anno. Non solo. Ad Amsterdam, l’anno prossimo, si terrà anche il prossimo congresso di archeologia cristiana.



In mostra, dal 3 ottobre al 7 febbraio 2016, alla Nieuwe Kerk, ci sarà anche un calco delle celebri teste di Costantino conservate nei Musei Capitolini. Gli originali, del peso di 30 tonnellate l’uno, erano praticamente intrasportabili, sicché si è optato per un calco, maggiormente gestibile. E poi saranno visibili meravigliosi mosaici, iscrizioni, affreschi, sarcofagi, oggetti preziosi, dipinti e l’iconica mano destra di una delle statue colossali di Costantino. Il Vaticano ha prestato anche i due quadri del Veronese, Il sogno di Sant’Elena e il Sogno di Costantino. Insomma, un percorso che riporta alle radici dell’Europa e alla storia dell’Imperatore che col suo battesimo e il suo atteggiamento nei confronti dei cristiani all’indomani della Battaglia di Ponte Milvio, cambiò le sorti dell’impero. La vittoria su Massenzio, nel 312, non fu un evento di grande rilievo dal punto di vista strategico-militare, ma divenne ben presto un tassello fondamentale per un mondo nuovo, nato appunto dall’incontro di Costantino con il cristianesimo. La tolleranza nei confronti delle istanze religiose dei soggetti dell’Impero stava per concludere l’era delle persecuzioni imperiali contro i cristiani, per favorire l’evangelizzazione, disegnando il profilo dell’Europa occidentale e balcanica. Un’Europa in cui sono sbocciati i valori di dignità umana, di distinzione e cooperazione fra religione e Stato, di libertà di coscienza, di religione e di culto.



Prima del 312, il mondo mediterraneo offriva un paesaggio religioso di grande varietà: culti ufficiali in ogni città, culto imperiale diffuso in tutte le regioni sottomesse a Roma, culti locali spesso esotici, culti più personali, misterici, praticati da gruppi di iniziati, dottrine filosofiche a forte componente religiosa, giudaismo, autorizzato e almeno parzialmente controllato dall'impero.



Anche il cristianesimo era presente, ma con una situazione che rimaneva sempre incerta: fino al 260, il cristianesimo era rimasto religione illecita, perché era sprovvista di qualsiasi legittimità storica agli occhi delle autorità romane. In diversi luoghi e diversi periodi si succedettero momenti di discreta tranquillità e di persecuzioni locali, mentre le esigenze religiose degli imperatori Decio e Valeriano si tradurranno in una persecuzione generale in tutto l'impero dal 250 al 259. Quando mise fine a questa persecuzione, l'imperatore Gallieno, nel 260, implicitamente riconobbe le chiese cristiane. Poi ci fu la grande persecuzione di Diocleziano, iniziata nel 304. Il successore di Diocleziano, Galero, mise fine alla persecuzione, senza però dare soluzione alla situazione dei cristiani . Con Costantino cambiò tutto.



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