Zimbabwe, la parabola di Mugabe: da eroe dell'indipendenza a dittatore

Zimbabwe, la parabola di Mugabe: da eroe dell'indipendenza a dittatore
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Martedì 21 Novembre 2017, 18:39
«Questa è la mia terra e ciò che è mio lo tengo fino a quando sarò in vita», aveva detto tempo fa respingendo sempre ogni ipotesi di lasciare. Alla fine invece Robert Mugabe ha ceduto e si è dimesso da presidente dello Zimbabwe con una lettera letta in Parlamento che ne ha ufficializzato la resa.

Il "dinosauro" chiude così la sua era, durata 37 anni, che lo hanno visto al potere prima come premier (dal 18 aprile 1980 al 31 dicembre 1987) poi come capo di stato (dal 31 dicembre '87) e ne hanno fatto, alla soglia dei 94 anni, il presidente più anziano al mondo.

Fatale, probabilmente, gli è stato pensare di poter trasferire il testimone alla seconda moglie Grace, la sua ex dattilografa, di 42 anni più giovane invisa al suo partito, ai militari e alla popolazione in particolare per la sua passione per il lusso. Era il 1980 quando Mugabe divenne premier, dopo che l'allora Rhodesia, che lo aveva tenuto per undici anni in carcere, da colonia britannica ebbe l'indipendenza cambiando il nome in Zimbabwe.

Nei 37 anni al potere sono stati numerosi, ma tutti senza successo fino a quello della settimana scorsa, i tentativi di detronizzarlo. Mugabe è una figura molto presente anche nella comunità internazionale, frequenti sono state le pressioni di fronte al suo rifiuto di trasformare lo Zimbabwe in uno stato di diritto.

Su di lui sono piovute accuse di persecuzione delle minoranze etniche, di repressione violenta delle forze di opposizione, di corruzione e arricchimento a scapito della popolazione. Accusato di aver affamato il suo Paese e di essersi appropriato degli aiuti internazionali, è stato nel mirino dei suoi detrattori anche per aver condotto una politica economica che ha alimentato l'attuale pesante crisi che attanaglia lo Zimbabwe. Lo ha fatto con mosse spregiudicate, come quella di stampare grandi quantità di cartamoneta per coprire (anche) i finanziamenti delle diverse avventure belliche regionali in cui ha coinvolto lo Zimbabwe. Considerata persona non grata in molte parti del mondo, compresi l'Ue e gli Usa, molto ha fatto discutere - con una ridda di polemiche che hanno portato ad un ripensamento in extremis dell'Organizzazione mondiale della sanità - l'ipotesi di nominarlo ambasciatore «di buona volontà» dell'Oms.
Sorpresa suscitò anche la presenza di Mugabe in Vaticano per i funerali di papa Woityla.
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