Le accuse non sono legate all'hackeraggio subito dal comitato democratico (Dnc) e alle indagini dell'Fbi sulle interferenze russe nella campagna elettorale dello scorso anno. Ma la mossa, sottolinea il Washington Post, riflette la crescente volontà dell'amministrazione Usa di considerare responsabili i governi stranieri per le violazioni cibernetiche. Gli Usa non hanno un trattato di estradizione con la Russia ma misure come le incriminazioni e le sanzioni possono essere un deterrente efficace.
Il viceministro della giustizia Usa, Mary McCord, ha detto che gli hackeraggi ai danni di Yahoo hanno riguardato materiale legato alla sicurezza e a personale diplomatico e militare.
Nel mirino dei quattro hacker accusati dalla giustizia Usa per gli hackeraggi a Yahoo, «uno dei più grandi della storia», secondo l'attorney general Jeff Sessions, c'erano anche giornalisti e dirigenti governativi russi, nonchè dipendenti di una importante azienda russa di cybersecurity e di una banca d'investimenti russa.
Tra gli obiettivi pure aziende di altri Paesi: un'azienda di trasporti francese e una società svizzera che usa la moneta virtuale Bitcoin. Lo afferma il dipartimento di Giustizia
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