Alta tensione fra Washington e Mosca, scoppia la cyberguerra degli hacker

Alta tensione fra Washington e Mosca, scoppia la cyberguerra degli hacker
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Sabato 15 Ottobre 2016, 21:56 - Ultimo aggiornamento: 16 Ottobre, 09:37
Scoppia la cyber guerra tra Washington e Mosca, la prima dichiarata ufficialmente: dopo le ripetute incursioni di hacker ritenuti legati al governo russo, che hanno violato le email del partito democratico, di Hillary Clinton e della sua campagna, Obama ha deciso di dare una risposta «proporzionata» chiedendo all'intelligence di presentargli varie opzioni, tra cui quella di un maxi cyber attacco per imbarazzare il Cremlino, come hanno rivelato alcune fonti alla Nbc.

La Cia e le altre agenzie sono già al lavoro e la reazione del Cremlino, che finora ha sempre negato ogni responsabilità negli hackeraggi, non si è fatta attendere: gli Usa «stanno giocando con il fuoco», ha ammonito il rappresentante speciale di Putin per la cooperazione internazionale sulla sicurezza informatica Andrei Krutskikh. «Nessuna azione contro la Russia rimarrà impunita», ha proseguito. «Invece di cercare una distensione e tentare di raggiungere un accordo, stanno cercando di spaventarci: lo trovo sfacciato, rozzo e stupido», ha aggiunto. Anche Iuri Ushakov, consigliere diplomatico del presidente russo, ha assicurato che Mosca risponderà. A rincarare la dose Dmitri Peskov, portavoce di Putin: «L'imprevedibilità e l'aggressione degli Usa continuano a crescere, tali minacce contro Mosca e la leadership del nostro paese sono senza precedenti».

È l'ultima escalation di un clima da guerra fredda tornato nelle relazioni bilaterali dopo l'annessione della Crimea da parte di Mosca nel marzo 2014 e culminato con la rottura dell'accordo sulla tregua in Siria, nonostante oggi il segretario di Stato Usa John Kerry e il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov siano tornati a parlarsi a Losanna in una riunione nella quale si sono discusse «diverse idee interessanti» ma alla fine non si è arrivati a nulla di concreto. L'ambasciatore russo all'Onu, Vitaly Churkin, ha ammesso che l'attuale tensione con gli Usa è probabilmente la peggiore dalla guerra in Medio Oriente del 1973, quando la minaccia di un conflitto tra l'Urss, che sosteneva gli arabi, e gli Stati Uniti, l'alleato più stretto di Israele, raggiunse il punto più alto dalla crisi dei missili a Cuba nel 1962. «Penso che la situazione generale sia molto peggio ora, probabilmente la peggiore... sin dal 1973», ha dichiarato, pur sottolineando una differenza rispetto alla Guerra Fredda, ossia che oggi «benché ci siano frizioni gravi e differenze come la Siria, continuiamo a lavorare su altre questioni... e qualche volta molto bene». Ma resta il solito 'cahier de doleances' russo: l'allargamento della Nato a est, il «colpo di stato» in Ucraina «sostenuto» dagli Usa ed ora i soldati dell'Alleanza ai confini baltici. L'amministrazione Obama però resta convinta che sia in atto un tentativo senza precedenti di condizionare o interferire sul voto con hackeraggi che finora hanno colpito solo in una direzione precisa, quella democratica, con il plauso di Donald Trump, che non nasconde - ricambiato - le sue simpatie per Putin. Non rispondere, secondo i consiglieri del presidente, significherebbe mostrare una certa debolezza e lasciare aperti gli interrogativi sulla capacità di reagire.

Per questo il vice presidente Joe Biden ha annunciato che Washington «sta per mandare un messaggio» a Putin. «Abbiamo la capacita di farlo e il messaggio sarà inviato. Lui sarà in grado di riconoscerlo e questo avverrà quando decideremo noi e nelle circostanze che avranno il maggior impatto possibile», ha assicurato. Poco dopo la Nbc ha fatto filtrare la notizia che la Cia ha ricevuto l'ordine di preparare una serie di opzioni per un attacco cibernetico 'copertò senza precedenti per colpire e imbarazzare il Cremlino. Gli 007 avrebbero già iniziato ad aprire cyber doors (porte nelle reti protette) nelle istituzioni russe, a selezionare obiettivi. Il traguardo è smascherare operazioni che esporrebbero al 'pubblico ludibriò lo stesso Putin, considerato da James Clapper, direttore della National Intelligence (l'agenzia che coordina le 16 agenzia di spionaggio Usa) l'unico a poter aver ordinato un attacco così in profondità contro gli Usa.

Ma in seno all'amministrazione Obama ci sarebbero divisioni su quale risposta dare e se renderla pubblica.
Il contrattacco cibernetico rischia di aprire una guerra ufficiale con una spirale senza fine, creando un precedente pericoloso anche con altri Paesi. Non è escluso quindi che alla fine il presidente opti per una risposta alla luce del sole, come le sanzioni, che nel caso della Russia aggraverebbero quelle già esistenti.
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