«Il tasso russo di mortalità ha oscillato ampiamente negli ultimi 30 anni, parallelamente alle variazioni delle restrizioni sull'alcol ed alla stabilità sociale con i presidenti Gorbaciov, Elstin e Putin - ha spiegato sir Richard Peto, dell'Università di Oxford - e la cosa principale che ha mosso queste ampie variazioni nel tasso di mortalità è stata la vodka». Nel 1985 l'allora leader sovietico Mikhail Gorbaciov tagliò in modo drastico la produzione di vodka e ne vietò la cendita prima dell'ora di pranzo. All'epoca, sottolineano i ricercatori, il consumo crollò del 25%, poi ci fu la caduta del comunismo e insieme delle restrizioni. Per cui, osserva sir Richard, «quando il presidente Boris Eltsin succedette a Gorbaciov, il tasso di mortalità fra i giovani più che raddoppiò» e questo è avvenuto «mentre la società crollava e la vodka diventava molto più accessibile». Secondo il coautore dello studio, «ci fu un grande aumento delle persone che bevevano e che bevevano in modo distruttivo».
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