Virus Zika, Ong olandese invia pillole abortive gratis alle donne sud americane

Virus Zika, Ong olandese invia pillole abortive gratis alle donne sud americane
di Ida Artiaco
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Giovedì 4 Febbraio 2016, 15:24 - Ultimo aggiornamento: 5 Febbraio, 09:01

Il virus Zika si sta diffondendo sempre più in tutto il globo. Solo pochi giorni fa l’Organizzazione mondiale della Sanità aveva dichiarato la malattia una emergenza per tutti, anche se l’epicentro resta l’America latina. Soltanto in Brasile, da ottobre ad oggi, sono stati segnalati più di quattromila casi registrati di microcefalia nei neonati. Non se la passano meglio El Salvador e Nicaragua. Si tratta di Paesi in cui, nella maggior parte dei casi, tranne Uruguay e Guyana, l’aborto non è considerato legale.

Proprio alle donne vittime dell'epidemia, residenti in questi territori, si rivolge una Ong olandese, Women on Web, che ha deciso di offrire loro gratuitamente pillole per mettere fine alle gravidanze a rischio. In poche parole, verrebbe provocato un aborto farmacologico senza la necessità di rivolgersi a ciarlatani. L’organizzazione, di cui fanno parte medici e ginecologi, ha in particolare chiesto al governo brasiliano di non intercettare i pacchetti contenenti i medicinali da loro inviati alle donne che siano entro le prime nove settimana di gestazione del feto.

Il farmaco è il risultato di una combinazione di misoprostolo e mifepristone che, assicurano gli esperti, è molto sicura. Le richieste arrivate alla Ong sono state nel giro di pochi giorni molto numerose: basta registrarsi sul sito dell’organizzazione, sottoporsi ad un questionario online, che sarà revisionato attentamente da personale medico, e richiedere il farmaco. Ma non sarà facile ottenerlo neanche negli altri Paesi sud americani. In Nicaragua, nella Repubblica Dominicana e a El Salvador, coloro che faranno uso della pillola abortiva rischieranno severe pene detentive.

D’altronde, proprio in questi territori sono già numerose le donne condannate a trascorrere più di 10 anni in carcere per aver interrotto le proprie gravidanze. In altri sei Stati questa pratica è consentita solo in caso di pericolo di morte accertato della madre. L’unica soluzione per questi governi è quello di porre un freno alle nascite almeno fino al 2018, quando, si spera, gli esperti avranno trovato una cura contro il virus che sta terrorizzando tutto il mondo.

A gettare benzina sul fuoco c’è anche la Chiesa cattolica. Secondo il portavoce di una arcidiocesi brasiliana «non c’è nulla che giustifichi l’aborto». Anche se il Vaticano non si è ancora pronunciato ufficialmente sulla questione, il virus ha colpito zone a maggioranza cattoliche. Ancora, come riporta il New York Times, il portavoce del vescovo della diocesi di Olinda e Recife, il reverendo Luciano Brito, pare abbia dichiarato: «Solo perché un bambino è affetto da microcefalia non possiamo cambiare le nostre regole. Il nostro catechismo ci impone di non utilizzare metodi di controllo delle nascite, perché nulla, neanche il virus Zika, può impedire la procreazione».
 

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