L’analisi/ Quando alzare i toni aiuta a disinnescare le tensioni più acute

di Alessandro Orsini
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Domenica 16 Ottobre 2016, 00:11
Quando si parla delle relazioni tra Russia e Stati Uniti, niente è più fuorviante delle apparenze. Iniziamo da ciò che vediamo. Stati Uniti e Russia si contrappongono in Siria e nell'Ucraina orientale. La Nato schiera le sue truppe in funzione anti-russa. 

E i comandanti russi invitano la popolazione a preparare le riserve di grano, lasciando presagire l'inizio di una guerra frontale e duratura con l'Occidente. I pirati informatici russi attaccano i candidati democratici americani e la Cia annuncia di essere pronta a un attacco informatico contro il Cremlino. L'apparenza non lascia dubbi: Russia e Stati Uniti sono nemici. Eppure, l'amicizia che lega questi due paesi è più grande della loro inimicizia. I casi dell'Iran e della Siria aiuteranno a comprendere il senso di questa affermazione. Per alcuni decenni, l'Iran ha supplicato la Russia, a mani giunte, di fornirle i missili che consentirebbero a Teheran di colpire Tel Aviv. La Russia ha sempre rinunciato a un affare per miliardi di dollari per compiacere gli Stati Uniti. Se Israele sapesse che l'Iran si accinge ad acquistare simili missili dalla Russia, darebbe vita a un attacco contro l'Iran, in base alla dottrina Begin, dal nome del premier israeliano che la enunciò nel giugno 1981, dopo avere bombardato il reattore nucleare di Osirak, in Iraq. Tale dottrina afferma che Israele ha il diritto di bombardare, in via preventiva, qualunque paese minacci di bombardare Israele. Il fatto che la Russia non abbia mai venduto missili anti-israeliani all'Iran ha scongiurato un conflitto, in Medio Oriente, che avrebbe potuto assumere le caratteristiche di una nuova guerra mondiale. La conseguenza è che Israele è dominante e l'Iran è dominato.

È un favore che i russi fanno agli americani. Il caso della Siria è ancora più eclatante. La Russia sta investendo miliardi di dollari per bombardare i ribelli che si battono per rovesciare Bassar al Assad, legato, mani e piedi, a Putin. Tali ribelli, che sono fedeli agli americani, supplicano Obama, a mani giunte, di vendere loro i missili che consentirebbero l'abbattimento degli aerei russi. Obama, per compiacere Putin, si è sempre rifiutato di accogliere una simile richiesta. La conseguenza è che i ribelli filo-americani sono stati letteralmente ricoperti di bombe russe, senza potersi difendere. Quasi tutto ciò che resta di loro è confinato nella parte est di Aleppo. Di fatto, sono topi in gabbia. È un favore che gli americani fanno ai russi. Fino a quando gli Stati Uniti e la Russia saranno governati da Obama e Putin, non avremo una guerra aperta tra questi due paesi, che provocherebbe un'ecatombe. Putin e Obama sono dominati da un rapporto particolare con la loro psiche, che li porta a considerarsi i benefattori dell'umanità. Nessuno dei due ha un'indole bellicosa. I conflitti in cui sono coinvolti, in Siria e nell'Ucraina orientale, sono scaturiti da una serie di forze oggettive, indipendenti dalle loro volontà. Né Putin, né Obama, potevano prevedere le manifestazioni popolari, note con il nome di Euromaidan, che hanno portato all'abbattimento del regime filo-russo in Ucraina. I due non potevano nemmeno prevedere la primavera araba in Siria, che si è sviluppata dal basso, a partire dal marzo 2011. È accaduto. Punto. Alcune complicatissime reazioni a catena hanno costretto Russia e Stati Uniti a intervenire su fronti contrapposti. 

Il problema è che la storia, periodicamente, chiama al potere capi fanatici e guerrafondai, i quali scelgono l'odio e la guerra come missione esistenziale. Se, prima della loro ascesa, gli Stati a cui appartengono hanno preparato la guerra, anziché la pace, i fanatici trovano spianata, davanti a sé, la via della distruzione. Quando i cannoni sono puntati, bisogna semplicemente accendere la miccia. Lo sforzo è minimo. Il problema tra Stati Uniti e Russia non riguarda l'oggi. Riguarda il domani. La guerra, come pericolo potenziale, non potrà mai essere eliminata dall'orizzonte umano. Fino a quando esisteranno gli uomini, esisterà il pericolo della guerra. Il tempo di pace serve a questo: a costruire ostacoli, freni e barriere, per rendere più faticoso il lavoro dei capi fanatici. La pace è come un lenzuolo sul cratere di un vulcano. Questa è l'immagine che ci consegna la storia millenaria dell'uomo.
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