Usa, prof transgender uccide coppia di vicine lesbiche e il figlio 19enne: poi dà fuoco alla loro casa per cancellare le prove

Usa, prof transgender uccide coppia di vicine lesbiche e il figlio 19enne: poi dà fuoco alla loro casa per cancellare le prove
di Federica Macagnone
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Sabato 19 Novembre 2016, 17:21 - Ultimo aggiornamento: 21 Novembre, 12:42

Se non fosse stata colta con i vestiti sporchi di sangue, i coltelli in tasca e in groppa alla moto di una delle sue vittime, Dana Rivers, insegnante 61enne, sarebbe stata la persona più insospettabile: una vita tranquilla, un carattere mite, da anni impegnata per i diritti della comunità omosessuale. Una donna su cui mai si sarebbe potuto puntare il dito per l'atroce delitto che ha sconvolto Oakland, in California: Dana è stata accusata di aver ucciso i vicini e di aver dato fuoco alla loro casa. Le vittime erano una coppia di lesbiche, Patricia Wright, 57 anni, sua moglie Charlotte Reed, 56, e Toto “Benny” Diambu-Wright, il figlio 19enne.
 

 


La polizia ha risposto a una chiamata per un incendio intorno a mezzanotte dell'11 novembre: quando gli agenti sono arrivati, Benny e le due donne erano state accoltellare e i medici non hanno potuto far altro che dichiarare i loro decessi. Subito dopo il delitto Dana non aveva avuto il tempo di allontanarsi e stava cercando di fuggire quando è stata fermata in garage mentre cercava di rubare la moto di una delle vittime. È stata immediatamente arrestata e ha reso delle dichiarazioni spontanee dicendosi coinvolta direttamente negli omicidi. Al momento non è chiaro il movente, ma per la polizia potrebbe trattarsi di una disputa sui confini delle proprietà tra vicini. 

La notizia dell'arresto di Dana ha lasciato tutti sotto choc. Nel 1999 la donna venne licenziata dal suo posto di insegnante dopo aver comunicato al preside l'intenzione di sottoporsi a un intervento per diventare una donna: dopo un periodo di congedo amministrativo, fu licenziata. Da allora iniziò una battaglia legale che si concluse con il pagamento da parte della scuola di 150mila dollari alla professoressa. Ovviamente, all'epoca, la storia finì sui giornali e, più volte, Dana comparve in diversi programmi televisivi per difendere i diritti della comunità LGBT. Finito il periodo di fama, tornò a vita privata. «Quello che è successo è assolutamente incredibile. Sono sotto choc - ha detto un parente della donna - Dana ha dedicato la sua vita ad aiutare gli altri. Era una persona sana e felice, faceva parte di un gruppo di motocicliste, amava insegnare e faceva rafting. Quello che ha fatto non è in linea con ciò che è stata la sua vita fino ad adesso».

La donna, ora, è stata accusata di triplice omicidio, incendio doloso e distruzione delle prove: se condannata potrebbe andare incontro alla pena di morte o all'ergastolo.
Per adesso rimarrà dietro le sbarre senza la possibilità di uscire dietro il pagamento di una cauzione: la prossima udienza si terrà l'8 dicembre.

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