Usa, la mamma ha le doglie sul volo Parigi-New York: Jake nasce a 12mila metri d'altezza

Usa, la mamma ha le doglie sul volo Parigi-New York: Jake nasce a 12mila metri d'altezza
di Federica Macagnone
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Giovedì 18 Gennaio 2018, 20:19 - Ultimo aggiornamento: 19 Gennaio, 08:22
Tornava da una vacanza in India dove aveva partecipato al matrimonio del suo miglior amico, era seduto accanto a uno sconosciuto sull'aereo che da Parigi lo stava riportando a New York e a metà volo aveva ordinato una coppa di champagne per festeggiare il rientro, addormentarsi e riposarsi. Sij Hemal, 27enne specializzando in urologia alla Cleveland Clinic, negli Usa, non sapeva che da quel momento all'atterraggio non avrebbe chiuso occhio, che quella coppa l'avrebbe potuta bere solo dopo molte ore e che lo sconosciuto accanto a lui sarebbe diventato il suo compagno di un'avventura straordinaria: far nascere un bambino a 10mila metri di quota.

Appena ordinato lo champagne, infatti, il pilota ha annunciato un'emergenza: una passeggera, la 41enne banchiera nigeriana Toyin Ogyndipe che viaggiava con la figlia di 4 anni, Amy, era sul punto di partorire e aveva bisogno di un medico, qualora ce ne fosse stato uno a bordo. In realtà ce n'erano addirittura due: Sij Hemal si è fatto subito avanti, così come il suo vicino di posto, che si è rivelato essere la pediatra francese Stefanie Ortolan. 

Portata subito in prima classe, la donna aveva contrazioni ogni dieci minuti. L'aereo si trovava sulla costa occidentale della Groenlandia, a quattro ore da New York e a due dal più vicino atterraggio di emergenza, una base militare Usa delle Isole. Hemal ha suggerito di continuare a volare verso New York: mentre gli assistenti di volo si prendevano cura della piccola Amy, i due medici hanno messo sotto controllo la pressione sanguigna, il tasso d'ossigeno e le pulsazioni della donna, nella speranza che reggesse fino all'atterraggio. Nel giro di un'ora, però, la frequenza delle contrazioni è aumentata.

Prima ogni sette minuti, poi ogni cinque, poi ogni due, fino a quando le acque si sono rotte e si è capito che Toyin Ogyndipe avrebbe partorito in volo in condizioni spartane, tra incognite e disagi: dopo 30 minuti di spinte, ha dato alla luce il piccolo Jake, perfettamente sano e automaticamente fornito di passaporto americano, essendo nato nello spazio aereo statunitense. Il tutto grazie a Hemal e Ortolan che, con i pochi strumenti a disposizione a bordo, sono riusciti a far sì che tutto andasse per il meglio. All'arrivo al JFK, Toyin e i suoi figli sono stati portati al Jamaica Hospital Medical Center nel Queens, a New York. Dimessa poche ore dopo, è andata a riposarsi a casa di alcuni amici nel New Jersey. 

Hemal, dal canto suo, ha detto di essere felice di non aver bevuto quello champagne prima che scattasse l'emergenza. «Per fortuna, altrimenti non sarei stato completamente sobrio - ha raccontato al Daily Mail - Sono felice che sia andato tutto bene, di aver potuto vivere questa esperienza. E poi, essere su quel volo accanto a una pediatra: sembrava che fosse destino.

La mia più grande paura era che la madre potesse morire per sanguinamento o per uno choc dopo la nascita. Sono molto grato per l'ottimo addestramento ricevuto dalla Cleveland Clinic che ci ha preparato ad affrontare con calma le emergenze, a riflettere lucidamente e a ottenere il massimo possibile in qualunque situazione. Io ho solo cercato di pensare a cosa sarebbe potuto andare storto e trovare una soluzione creativa». Subito dopo Hemal è salito in aereo per affrontare l'ultima tratta del suo viaggio verso Cleveland, tenendo in mano i due premi consegnatigli da Air France: un voucher di viaggio e, finalmente, una bottiglia di champagne che non dimenticherà mai.
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