Era una bella mattina di luglio, quando la famiglia Budd viaggiava in autostrada verso New York, dove doveva andare a vedere il musical “Mamma Mia”. Era un viaggio di festa, una decisione presa perché la mamma, Sharon, era stata dichiarata del tutto guarita del cancro al seno. Ma Sharon, la figlia Kylie e il marito Randy furono fermati all’altezza del cavalcavia di Danville, in Pennsylvania, quando un pietrone di tre chili sfondò il parabrezza e centrò la testa della signora.
Da allora, per la famiglia cominciò un orrendo calvario. Inizialmente i medici pensarono che Sharon non potesse essere salvata, tanto devastanti erano i danni. Dovettero asportarle parte del cranio, perché il cervello era gonfiato. Poi dovettero rimuoverle l’occhio destro, e il lobo frontale del cervello. Tredici interventi chirurgici. Alla fine Sharon ha recuperato parte della sua salute, ma i danni al cervello la rendono incapace di badare a se stessa, le causano crisi epilettiche e amnesie.
Randy le è stato accanto nel lungo cammino. E mentre l’assisteva in ospedale di intervento in intervento e poi durante i mesi della terapia, e poi dopo il ritorno a casa, ha combattuto perché i due Stati lungo i quali corre l’autostrada 80 mettessero reti protettive perché la tragedia non si ripetesse. E’ riuscito a ottenere che il suo Stato, l’Ohio, adottasse queste nuove direttive, e anche la Pennsylvania ha votato a favore e sta solo aspettando il piano dei Dipartimento dei Trasporti. «Mi raccomando, risolvete presto la questione delle reti» è stato l’ultimo sms che Budd ha mandato, al senatore della Pennsylvania con cui aveva lavorato negli ultimi due anni.
I quattro giovinastri furono identificati perché dopo aver lanciato il masso, erano scappati, ma non avevano resistito alla curiosità di tornare sul luogo della loro bravata per vedere cosa stava succedendo. Un poliziotto dall’occhio attento notò il gruppetto, si appuntò la targa della loro auto, e così furono identificati. La decisione di buttare il masso era stata premeditata: dopo aver rubacchiato in un supermercato, dopo aver guidato la loro auto nel mezzo dei campi coltivati, distruggendo il raccolto di un agricoltore, avevano raccattato dei grossi sassi, proprio con l’intenzione di buttarli al cavalcavia. «Non volevamo fare del male a nessuno, solo creare un po’ di scompiglio» ha sostenuto il 18enne Keefer McGee.
I quattro sono stati tutti condannati a un minimo di due anni in prigione: «Speriamo che quando usciranno avranno subito una lezione e smetteranno questo comportamento criminale, e diventino cittadini produttivi - aveva detto Randy Budd alla fine del processo -. Tutti siamo stati giovani, tutti abbiamo fatto delle stupidaggini, ma questo è stato un atto davvero crudele».
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