La fine di Hastert è certamente la più tragica e vergognosa, ma anche gli altri due uomini che guidarono l’impeachment di Clinton, New Gingrich e Bob Livingston, si sono rivelati niente affatto puri. Tutti e due molto religiosi, di certo non avevano imparato l’insegnamento cristiano “chi di voi è senza peccato, scagli la prima pietra”. Gingrich e Livingston infatti avviarono il processo di impeachment alla Camera, ben sapendo che loro stessi avevano commesso trasgressioni simili a quelle di Clinton, avendo ripetutamente tradito le proprie mogli, e avendo mentito sul proprio comportamento. Certo, Bill Clinton aveva mentito sulla sua relazione con Monica Levinsky mentre era sotto giuramento. Ma chi ricorda quei mesi, e il gusto pruriginoso con cui il partito d’opposizione andò a scavare fin nei minimi particolari degli incontri fra Bill e la giovane stagista, sa bene che c’era anche una voglia scandalistica, un intento di creare imbarazzo e vergogna, che andava ben oltre la necessità di punire il presidente per aver giurato il falso.
Tutto ciò torna di attualità perché il candidato repubblicano alla presidenza, Donald Trump, promette di usare le bugie e i tradimenti di Bill per attaccare Hillary stessa, sostenendo che lei ne fu silenziosa complice. Non solo: Gingrich viene citato come possibile candidato alla vicepresidenza, al fianco di Trump. Dunque, quei mesi a cavallo fra il 1998 e il 1999, dopo l’impeachment alla Camera (cioé l’incriminazione di Clinton) e poi il dibattito al Senato e il voto e la sua assoluzione (ai 45 democratici si unirono anche 10 repubblicani) tornano oggetto di discussione.
Questa volta però sappiamo che tutti e tre gli speaker della Camera che pilotarono l’impeachment di Clinton nascondevano a loro volta vizi e peccati. Newt Gingrich stava tradendo la seconda moglie con una giovane assistente, Calista Bisek, destinata a diventare la terza moglie. Gingrich era un traditore seriale, visto che aveva anche tradito la prima moglie con quella che poi diventò la seconda. Il suo successore Bob Livingston dovette dimettersi quasi nello stesso giorno della sua elezione alla guida della Camera, quando le indagini del mensile a luci rosse “Hustler” portarono a galla che il deputato della Louisiana aveva a sua volta avuto ben 4 relazioni extraconiugali. Gli successe dunque Hastert, che presiedette all’atto finale dell’incriminazione di Clinton, ma lui era forse il peggiore di tutti, un “pedofilo seriale” sotto le mentite spoglie di un pacifico e immacolato cristiano evangelico.
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