Usa, spari contro polizia a Baton Rouge: ucciso il killer, è un afroamericano

Usa, spari contro polizia a Baton Rouge: ucciso il killer, è un afroamericano
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Domenica 17 Luglio 2016, 17:05 - Ultimo aggiornamento: 18 Luglio, 07:56

Nuova strage di poliziotti in America. Stavolta a Baton Rouge, la città della Louisiana teatro poco più di dieci giorni fa dell'uccisione dell'afroamericano Alton Sterling da parte di un agente. Tre agenti sono stati uccisi e altri tre sono stati feriti. La morte di Sterling e quella di Philando Castile in Minnesota hanno riacceso le tensioni razziali, spingendo in piazza per giorni centinaia di persone e alimentando la folle rabbia del killer di Dallas, Micah Johnson, che con i suoi colpi ha ucciso cinque agenti. A Baton Rouge la violenza è esplosa di nuovo contro la polizia: il sindaco della città Kip Holden ha descritto l'attacco come una vera e propria «imboscata».
 

 

All'inizio si pensava che i killer fossero tre, ma poi le autorità hanno fatto sapere che l'uomo, ucciso dal fuoco di risposta degli agenti, ha agito da solo. È poi stato identificato come Gavin Eugene Long, afroamericano, 29 anni, di Kansas City, in Missouri. La Cbs afferma che fosse un ex marine, che aveva lasciato il corpo con tutti gli onori nel 2010. Anche il killer dei cinque ufficiali di polizia di Dalles nei giorni scorsi era un ex militare nero, Micah Johnson.

Long ha compiuto l'agguato proprio nel giorno del suo compleanno. Era affiliato ad un gruppo antigovernativo chiamato New Freedom Group. Secondo il racconto di alcuni testimoni era vestito di nero, col volto coperto. E, questo è certo, aveva un fucile d'assalto. In una dichiarazione diffusa in diretta tv, il presidente Barack Obama ha alcune ore dopo affermato che «attacchi alla polizia sono attacchi a tutti noi». Sottolineando che «niente giustifica la violenza contro le forze dell'ordine», Obama ha quindi garantito che «giustizia sarà fatta» e ha tuonato: «dobbiamo mettere fine a questa violenza senza senso».

L'attacco è avvenuto intorno alle 8.40 del mattino locali, a poco più di un chilometro dalla centrale della polizia. I colpi sparati sarebbero stati almeno 30, e non hanno lasciato scampo ai tre agenti, uno dei quali era nero. L'agguato ha fatto salire l'allerta fra la polizia in tutti gli Stati Uniti. Il New York Police Department ha rafforzato l'indicazione agli agenti a muoversi in coppia e a fare attenzione a chi si avvicina.

A Cleveland, dove si apre nelle prossime ore la convention repubblicana, la sicurezza è stata rafforzata. «Siamo pronti», ha assicurato l'agente del Secret Service a cui fa capo la sicurezza dello show della destra americana. Donald Trump intanto non si è lasciato sfuggire l'occasione per attaccare: «Quanti agenti devono morire per mancanza di leadership? Chiediamo ordine», ha twittato il tycoon. Anche Hillary Clinton è intervenuta, usando parole molto simili a quelle di Obama. «Non c'è giustificazione - ha affermato - per la violenza, l'odio, per gli attacchi a coloro che mettono le loro vite in prima linea a servizio della comunità».

Gli spari di Baton Rouge arrivano pochi giorni dopo le commemorazioni a Dallas per la strage dei cinque agenti, a cui Obama ha partecipato insieme all'ex presidente George W. Bush per inviare un segnale di unità al paese. E dopo i primi incontri organizzati alla Casa Bianca fra gli attivisti, inclusi "Black Lives Matter", e le forze di polizia nel tentativo di instaurare un dialogo e stemperare le tensioni. Eppure proprio a Dallas Obama ha ammesso che la ferita razziale, per l'America, è tutt'altro che chiusa. L'Fbi intanto sta collaborando con la polizia di Baton Rouge nelle indagini, durante le quali sono stati coinvolti anche robot per verificare l'eventuale presenza di esplosivi nei luoghi della sparatoria. Il governatore della Louisiana, John Edwards, ha parlato di un «attacco ingiustificato» e ha visitato gli agenti feriti in ospedale.

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