Hostess lo crede un terrorista e lo consegna alla polizia: passeggero risarcito con un buono di 500 dollari

Hostess lo crede un terrorista e lo consegna alla polizia: passeggero risarcito con un buono di 500 dollari
di Federica Macagnone
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Lunedì 23 Febbraio 2015, 17:17 - Ultimo aggiornamento: 24 Febbraio, 14:54
È rimasto due ore in mano ai federali che lo hanno interrogato dopo averlo trascinato giù da un aereo della United Airlines: secondo un'assistente di volo quell'uomo era Said Kouachi, autore della strage a Charlie Hebdo. Ma lui, Elliot Pembrook, 31 anni, con Parigi, gli attentati e i terroristi non aveva nulla a che fare.



L'incidente è avvenuto all'indomani della strage al giornale satirico parigino, mentre il mondo era ancora con il fiato sospeso per quella caccia ai terroristi che si sarebbe conclusa poche ore dopo. Elliot era di ritorno a Los Angeles, dopo uno scalo al Newark Liberty International Airport di New York, da Francoforte, in Germania dove era andato a trovare la fidanzata. Ma, dopo aver passato regolarmente tutti i controlli, poco prima che l'aereo decollasse da New York, è scattato l'allarme: per un'assistente di volo, Elliot era Kouachi. E così, allertata la polizia federale, l'uomo è stato trascinato a terra dove è stato interrogato per due ore dagli agenti. Dopo una raffica di domande e nessun riscontro, Eliott è stato liberato. Ad attenderlo, a quel punto, non c'era né un aereo che lo riportasse a Los Angeles né personale della compagnia aerea che, con il capo cosparso di cenere, gli rivolgesse le scuse.



«Non avevo alcun problema a essere arrestato dai federali, stavano solo facendo il loro lavoro – ha detto Elliott - ma credo che tutto ciò si sarebbe potuto evitare se l'assistente di volo in questione mi avesse semplicemente parlato. Si sarebbe immediatamente resa conto che ero un cittadino americano e non francese». Ma la furia di Elliot deriva dal comportamento della compagnia aerea: nessuna scusa immediatamente dopo l'incidente e nessuno che si interessasse alle sue sorti.



Solo tre settimane più tardi, e dopo aver inviato un sollecito, Elliot ha ricevuto via e-mail un accredito di 500 dollari. «Speriamo che capirà che le nostre scuse sono sincere e che ci darà un'altra possibilità» si legge. Ma per l'uomo queste poche righe sono state «un altro schiaffo in faccia. Volevo le scuse dell'assistente di volo, volevo solo qualche spiegazione da lei» ha detto Elliot che, ammettendo la somiglianza con il terrorista, ritiene di non meritarsi di essere stato trattato in quel modo. «Ogni volta che un membro dell'equipaggio o un cliente hanno un motivo di preoccupazione, avvertire le autorità competenti è assolutamente la cosa giusta da fare - ha detto Rahsaan Johnson, portavoce della compagnia aerea – Solo le autorità sono in grado di determinare se la minaccia sia plausibile».