Trump, l'Europa apre il fronte: e lui stoppa Obama

Trump, l'Europa apre il fronte: e lui stoppa Obama
di Anna Guaita
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Sabato 12 Novembre 2016, 07:54 - Ultimo aggiornamento: 11:23


NEW YORK Nel dicembre del 2000, Bill Clinton fece un estremo tentativo di salvare i negoziati di pace fra Israele e palestinesi. I media di tutto il mondo seguirono quell'ultimo tuffo, e nessuno nella campagna del nuovo presidente eletto, George Bush Junior, si sognò di contestare a Clinton il suo sforzo. Nel dicembre del 2007, George Bush junior a sua volta emanò tutta una serie di decreti che cancellavano vari regolamenti sull'ambiente, e l'Amministrazione entrante di Barack Obama non fece commenti. Non è infatti considerato bon ton che il neo presidente imbarazzi il presidente uscente. Ma la campagna di Donald Trump, che si è già distinta per le maniere contrarie alla tradizione, anche in questo campo ha rotto con il passato. Attraverso le parole di un collaboratore che è rimasto anonimo, l'Amministrazione entrante ha fatto sapere al presidente anatra zoppa che non deve prendere iniziative.

L'AMMONIMENTO
La comunicazione è stata fatta ai giornalisti del sito Politico, significativamente alla vigilia del viaggio che Barack Obama farà in Europa, dove ha un impegno con tedeschi, francesi, italiani, spagnoli e britannici. L'appuntamento era stato fissato per parlare della Nato e rinnovare il reciproco impegno dei Paesi interessati. Ma Trump ha espresso opinioni poco entusiaste sulla Nato, e forse l'ammonimento giunto ieri va letto proprio in questo senso.
Un altro passo che l'Amministrazione Obama sembrava interessata a lanciare in questi ultimi due mesi era proprio un tentativo di negoziato israelo-palestinese, altro terreno su cui Trump ha posizioni diverse dai democratici. Ecco dunque le parole di ammonimento, di fatto senza precedenti nella tradizione politica Usa: «Su argomenti che hanno il potenziale di cambiare la situazione, su cui il presidente Obama e il presidente eletto Trump non condividono la stessa opinione, non sarebbe nello spirito della transizione tentare di spingere temi che sono contrari alle posizioni del presidente eletto». E ancora: «Non solo sarebbe controproducente, ma manderebbe segnali confusi».
Lla Casa Bianca? Nessuna reazione ufficiale, anche se il portavoce di Obama, Josh Earnest ha dichiarato che il presidente «continuerà a lavorare per gli americani e a realizzare le politiche che giudica importanti».

TENSIONE OLTRE L'OCEANO
L'Europa peraltro si sta allineando e sta cercando di aprire canali di comunicazione con il presidente eletto. Ma che ci sia estrema tensione lo ha fatto capire il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker, che in un discorso ieri ha detto: «Occorrerà insegnare al presidente designato in cosa consiste l'Europa e quali sono i principi di funzionamento dell'Europa». E ancora: «Credo che avremo due anni persi, fino a quando Trump non avrà fatto il giro del mondo che non conosce».
Secondo il presidente della Commissione, le posizioni di politica estera espresse dal presidente eletto degli Usa hanno conseguenze potenzialmente «perniciose». Trump ha messo «in discussione l'alleanza transatlantica e quindi il modello sul quale si poggia la difesa dell'Europa», ha detto Juncker. Inoltre, Trump «ha attitudini nei confronti dei migranti e degli statunitensi non bianchi che non rispettano le convinzioni e i sentimenti europei. È vero che l'elezione di Trump comporta qualche elemento di disturbo nell'equilibrio dei poteri internazionali, sia nelle strutture che nelle basi».
Il presidente eletto ha comunque ricevuto le telefonate di congratulazione di rito, sia dal primo ministro britannico Theresa May, sia dal nostro premier Matteo Renzi, e poi dalla cancelliera Angela Merkel, dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan, dal primo ministro canadese Justin Trudeau, eccetera. Tutti hanno assicurato che l'alleanza con gli Usa «rimarrà forte», che l'amicizia «crescerà».

L'ANSIA DELLE DIPLOMAZIE
Ma un ascoltato politologo Usa, Richard Fontaine, presidente del Center for a New American Security, ha raccontato che dal giorno dell'elezione di Trump sta ricevendo decine di telefonate ansiose da ambasciatori, diplomatici e portavoce di vari Paesi: «Stanno tutti cercando di capire che posizioni abbia il nuovo presidente, perché durante la campagna ha detto molto poco».