Ucraina, Amnesty: prove contro i russi. A Kiev liberati 1.200 prigionieri

Ucraina, Amnesty: prove contro i russi. A Kiev liberati 1.200 prigionieri
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Lunedì 8 Settembre 2014, 11:23 - Ultimo aggiornamento: 9 Settembre, 08:47

I separatisti filo-russi hanno rilasciato 1.200 prigionieri in base all'accordo per il cessate il fuoco. Lo ha annunciato il presidente ucraino Petro Poroshenko secondo quanto riporta la Bbc. La liberazione precede lo scambio di prigionieri tra Kiev e i ribelli dell'est ucraino previsto per mercoledì 10 settembre.

I separatisti. L'autoproclamata repubblica di Donetsk interpreta lo status speciale per il Donbass come indipendenza, conservando le relazioni generali con l'Ucraina. «Ciascuna parte può dare la propria interpretazione alla nozione di status speciale.

Noi lo concepiamo come indipendenza, con uno spazio culturale ed economico comune con l'Ucraina», ha dichiarato il primo vice premier locale Andrei Purghin, alla vigilia di colloqui sullo status della regione.

Manovre navali congiunte tra Ucraina e Usa nel Mar Nero, fino al 10 settembre: lo rende noto l'ufficio stampa della Marina di Kiev. Le esercitazioni, alle quali parteciperanno anche Spagna, Canada, Romania e Turchia, saranno focalizzate sulle tecniche della gestione di un'operazione internazionale per mantenere la sicurezza della navigazione di una regione colpita da una crisi. ​All'operazione parteciperanno 12 tra navi da guerra e vascelli logistici, tra cui cinque navi da guerra e due motovedette della guardia costiera ucraina. La Marina di Kiev fornirà anche aerei ed elicotteri. Le manovre fanno parte del programma di cooperazione bilaterale tra Kiev e Washington.

La denuncia di Amnesty International. «Le milizie ucraine e le forze separatiste sono responsabili di crimini di guerra e la Russia alimenta i crimini dei separatisti, come rivelato dalle immagini

satellitari, diffuse oggi da Amnesty International, che mostrano la presenza di armamenti e artiglieria russi nell'Ucraina orientale». È quanto afferma un comunicato dell'organizzazione, che prosegue: «Mentre i negoziati sul cessate il fuoco procedono con incertezza e la situazione sul terreno resta pericolosa, l'organizzazione per i diritti umani ha chiesto a tutte le parti, Russia compresa, di fermare le violazioni delle leggi di guerra. «Tutte le parti coinvolte nel conflitto hanno mostrato disprezzo per le vite civili e violato in modo flagrante i loro obblighi internazionali», ha dichiarato Salil Shetty, segretario generale di Amnesty International, che si trova oggi a Kiev e che si recherà a Mosca nei prossimi giorni.

«Le nostre prove - prosegue - indicano che la Russia sta alimentando il conflitto, sia con l'interferenza diretta che fornendo assistenza alle forze separatiste nell'est dell'Ucraina. La Russia deve fermare l'afflusso di armi e di altre forme di sostegno ai gruppi d'insorti che sono fortemente implicati in gravi violazioni dei diritti umani», conclude Shetty. «I ricercatori di Amnesty International nell'Ucraina orientale - prosegue il comunicato - hanno documentato casi di bombardamenti indiscriminati, rapimenti, torture e uccisioni. Il Cremlino ha ripetutamente negato qualsiasi coinvolgimento nei combattimenti in Ucraina ma le immagini satellitari e le testimonianze raccolte da Amnesty International forniscono prove convincenti che gli scontri si sono trasformati in quello che l'organizzazione per i diritti umani definisce un conflitto armato internazionale».

«Le immagini riprese tra il 13 e il 29 agosto - spiega il comunicato diffuso dall'organizzazione - mostrano pezzi d'artiglieria in un campo poco dentro il confine ucraino, compresi quelli che paiono obici D-30 da 122 millimetri in posizione da sparo puntati verso ovest. Due delle postazioni hanno un veicolo di sostegno e strutture che sembrano dei bunker. Il 29 agosto, le immagini mostrano sei autoblindo anfibi, probabilmente dei Brdm-2. Simili postazioni di artiglieria si vedono in un campo a nord-est del primo, sempre in territorio ucraino. Il 26 agosto, le immagini mostrano sei obici semoventi, probabilmente 2S19 Msta-S da 152 millimetri, in posizione da sparo puntati verso le postazioni dell'esercito ucraino a sud-ovest. Tra il 26 e il 29 agosto, - continua - l'artiglieria è stata spostata verso ovest, sempre in territorio ucraino. Il 29 agosto le immagini mostrano quelli che paiono numerosi veicoli militari, lungo una fila di alberi e in un campo circostante». Il segretario Salil Shetty, a riguardo, specifica che «Le immagini dal satellite, le notizie di soldati russi catturati in Ucraina e le testimonianze di coloro che hanno visto truppe e veicoli militari della Russia attraversare il confine, non lasciano alcun dubbio: adesso siamo in presenza di un conflitto armato internazionale. I ricercatori di Amnesty International nell'Ucraina orientale - si legge ancora - hanno incontrato testimoni oculari precedentemente fuggiti dai combattimenti a Alechevsk, Donetsk, Kramatorsk, Krasny Luch, Lisichansk, Lugansk, Rubezhnoe, Pervomaisk e Slovyansk. I ricercatori hanno anche intervistato rifugiati ucraini nella regione russa di Rostov. Secondo i loro racconti, le forze governative ucraine hanno bombardato pesantemente le zone in cui abitavano e si sono rese responsabili di attacchi indiscriminati che potrebbero costituire crimini di guerra. I separatisti hanno commesso rapimenti, torture e uccisioni di civili. Abitanti di Slovyansk hanno riferito ad Amnesty International la vicenda del pastore di una chiesa locale, di due dei suoi figli e di due persone che assistevano alla messa, rapiti dai separatisti che hanno chiesto un riscatto equivalente a 50.000 dollari. La comunità locale è riuscita a raccogliere la somma richiesta ma nel frattempo i cinque ostaggi erano stati uccisi».

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