Ucraina, 19 soldati uccisi da attacco missilistico dei ribelli

Ucraina, 19 soldati uccisi da attacco missilistico dei ribelli
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Venerdì 11 Luglio 2014, 10:52 - Ultimo aggiornamento: 12 Luglio, 08:29
Continua il confronto armato in Ucraina tra governativi e separatisti filo-russi nonostrante i tentativi di negoziare. Un attacco dei separatisti russi con missili Grad nella regione di Lugansk, nell'est dell'Ucraina, ha causato 19 morti tra i soldati ucraini impegnati in una offensiva nella regione: lo ha affermato Zoryan Shkyryak, un consigliere del ministro dell'interno Arseni Avakov. L'attacco, ha detto, si è verificato nel villaggio di Zelenopilla.



Il presidente ucraino Petro Poroshenko prima di questo attacco aveva dichiarato di essere pronto ad «un cessate il fuoco bilaterale» con i separatisti filorussi ell'est del Paese sottolineando la necessità di un controllo delle frontiere per bloccare il trasferimento di armi e di combattenti dalla Russia, oltre alla liberazione degli ostaggi e l'avvio di negoziati senza condizioni».



E ieri sera Poroshenko ha avuto una conversazione telefonica anche con il vice presidente degli Stati Uniti Joe Biden, che ha rinnovato le assicurazione sull'assistenza americana per la ricostruzione delle infrastrutture distrutte nell'est dell'Ucraina negli scontri con i filorussi.



Alle 19 vittime si devono aggiungere i tre soldati ucraini che sono morti e i 12 che sono rimasti feriti nelle ultime 24 ore nei combattimenti nell'est del Paese.



Amnesty International afferma di aver raccolto prove chiare e convincenti di pestaggi e altre violenze inflitte ad attivisti, manifestanti e giornalisti nell'Ucraina orientale negli ultimi tre mesi. Lo si legge in un nuovo rapporto diffuso in sintesi dalla sezione italiana dell'organizzazione nel quale si denuncia l'intensificazione di queste forme di intimidazione e violenza nella regione, teatro di scontri fra insorti filo-russi e forze di Kiev. Il rapporto, intitolato ''Rapimenti e torture in Ucraina orientale'', descrive i risultati di una missione di ricerca a Kiev e nel sud-est del Paese nelle ultime settimane. E documenta le accuse di rapimenti e torture attribuite alle due parti, puntando il dito soprattutto sui separatisti, ma senza assolvere militari ucraini. «Con centinaia di rapiti negli ultimi tre mesi, è giunto il momento di fermare questa pratica aberrante», ha dichiarato Denis Krivosheiev, vicedirettore di Amnesty International per l'Europa e l'Asia centrale. «La maggior parte dei rapimenti - ha sostenuto - risulta perpetrata dai separatisti armati, con le vittime spesso sottoposte a pestaggi rivoltanti e torture». Vi sono però «anche prove di un minor numero di abusi da parte delle forze pro-Kiev».
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