Ucraina, l'esercito attacca i filorussi a Lugansk: 30 morti. Obama e Cameron: «La Russia agisca»

Ucraina, l'esercito attacca i filorussi a Lugansk: 30 morti. Obama e Cameron: «La Russia agisca»
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Lunedì 14 Luglio 2014, 10:46 - Ultimo aggiornamento: 15 Luglio, 16:52
Le forze filorusse hanno perso 30 miliziani in seguito ad un attacco di artiglieria dell'esercito ucraino ieri pomeriggio nel villaggio di Aleksandrovka, nella regione di Lugansk, non lontano dal confine con la Russia. Lo rende noto Kostiantyn Knyryk, capo del centro informazione del "Fronte Sudorientale".



Knyryk ha riferito che i combattimenti sono proseguiti nella notte al checkpoint di Izvarino e in varie località abitate, come Uralo-Kavkaz, Porechiye, Goncharovka, Smolyaninovo e Sukhodolsk.




Mosca: «Oltre 30 mila ucraini ci chiedono asilo». Oltre 30 mila ucraini hanno chiesto lo status di rifugiato o l'asilo politico in Russia in seguito al conflitto in corso nell'est del Paese: lo ha reso noto il capo del servizio federale per l'immigrazione Konstantin Romodanovsky in un incontro a Mosca con Vincent Cochetel, direttore dell' ufficio per l'Europa dell'alto commissario per i rifugiati dell'Onu. Circa 500 mila ucraini, ha aggiunto Romodanovsky, hanno invece scelto di stare nelle regioni russe di confine e 130 mila hanno chiesto un soggiorno più lungo.



Ucciso giornalista rapito. Serghei Dolgov, un giornalista di Mariupol (Ucraina orientale) sequestrato il 18 giugno scorso, è stato trovato morto vicino a Dnipropetrovsk (Ucraina centrale): lo ha reso noto su Facebook Konstatin Dolgov, co-presidente dell'organizzazione separatista filorussa Fronte popolare Novorossia, secondo il quale dopo il rapimenti il suo omonimo sarebbe stato portato a Dnipopetrovsk e torturato.



La vittima era il direttore del giornale "Khaciù v Sssr" (Voglio tornare all'Urss) e raccoglieva informazioni sulle violazioni dei diritti umani delle forze ucraine nel conflitto nell'est del Paese.




Obama e Cameron: «La Russia agisca». Nel corso di un colloquio telefonico, il presidente americano Barack Obama e il premier britannico David Cameron hanno «espresso preoccupazione» per la violenza in Ucraina orientale e si sono detti d'accordo sulla necessita che la Russia intraprenda «passi immediati» per allentare la tensione. Tali passi, si legge una nota della Casa Bianca, sono già stati «chiaramente» comunicati alla Russia, ma «finora nè gli Usa, nè la Gran Bretagna hanno visto progressi».



In particolare, si legge in una nota della Casa Bianca, Obama e Cameron hanno sottolineato la necessità di un immediato stop al flusso di armi e combattenti russi attraverso la frontiera, della realizzazione di un effettivo ed efficace meccanismo di monitoraggio Osce della frontiera, di una roadmap per colloqui del gruppo di contatto e il rilascio di tutti gli ostaggi. Obama e Cameron, si legge ancora, si sono detti d'accordo che l'Europa e gli Stati Uniti dovranno prendere «ulteriori misure coordinate per imporre costi alla Russia, se non intraprenderà passi» per allentare la tensione.



Nel corso del colloquio, i due leader hanno parlato anche degli ultimi sviluppi in Afghanistan, esprimendo soddisfazione per per «i recenti progressi verso la soluzione sull'impasse elettorale. E hanno parlato anche di Iraq, dicendosi d'accordo a continuare a lavorare per la realizzazione di un governo inclusivo e rappresentativo degli interessi di tutti gli iracheni.
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