Uber, dopo gli scandali si dimette il ceo Kalanick. L'azienda: «Decisione coraggiosa»

Uber, dopo gli scandali si dimette il ceo Kalanick. L'azienda: «Decisione coraggiosa»
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Mercoledì 21 Giugno 2017, 08:30 - Ultimo aggiornamento: 22 Giugno, 19:02

Il cofondatore di Uber, Travis Kalanick, si è dimesso dalla carica di chief executive officer dell'azienda, dopo le crescenti pressioni da parte degli azionisti, secondo quanto riporta il New York Times. Kalanick rimarrà a far parte del board di Uber. Le sue dimissioni fanno seguito ad una revisione delle pratiche in uso nell'azienda, che negli ultimi mesi è stata scossa da vari scandali, comprese accuse di molestie sessuali. La scorsa settimana Kalanick aveva annunciato di volersi prendere un periodo di aspettativa.

La decisione di Kalanick arriva nel mezzo di una serie di scandali che ha coinvolto la start up di servizi di trasporto privato. Una settimana fa Kalanick aveva annunciato un passo indietro, prendendosi un'aspettativa temporanea. Il manager statunitense è solo l'ultimo di una serie di manager che hanno lasciato volontariamente o non Uber: prima di lui Emil Michael, uno dei suoi più stretti collaboratori, e il presidente Jeff Jones. «Amo Uber più di qualunque cosa al mondo e in questo difficile momento nella mia vita personale ho accettato la richiesta degli azionisti di farmi da parte per permettere ad Uber di tornare a costruire anziché essere distratta da un'altra disputa», ha detto Kalanick in un comunicato, secondo quanto riporta l'agenzia Bloomberg. Uber ha fatto sapere che Kalanick resterà comunque nel board.

«Travis ha sempre messo Uber prima di ogni cosa. Questa è una decisione coraggiosa e prova della dedizione e del suo amore per Uber». Così il cda della start up ha commentato le dimissioni di Kalanick. «Facendo un passo indietro - si legge in una nota - potrà avere il tempo di riprendersi dalla tragedia personale che lo ha colpito, dando alla società spazio per vivere pienamente un nuovo capitolo della sua storia. Attendiamo con impazienza di riprendere a lavorare con lui nel board».

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