Un'azione negata con decisione dalla Russia. Lo scontro torna però ai massimi livelli. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è intervenuto usando parole di fuoco contro il «tentativo di creare un'escalation di tensione nella regione», parlando di gesto «irresponsabile» che se ripetuto potrà avere «conseguenze». Il comportamento di Mosca, aggiunge, rischia di avere l'effetto di «danneggiare la pace globale», proprio mentre i due Paesi si schierano su fronti opposti nella partita dei colloqui Onu sulla Siria, appena iniziati a Ginevra.
Lo stesso Erdogan annuncia di aver già chiesto un incontro a Vladimir Putin attraverso i canali diplomatici ufficiali, dopo che ieri sera era stato convocato l'ambasciatore russo ad Ankara per avvisarlo che la Turchia riterrà Mosca colpevole di ogni eventuale «grave» sviluppo negativo. Come già in passato, la Russia nega con decisione l'accusa di aver violato i cieli turchi, specificando che nè la sua difesa aerea in Siria nè i radar di Damasco hanno rilevato sconfinamenti.
A fianco di Ankara si schiera subito la Nato.
In un comunicato il segretario generale Jens Stoltenberg condanna la violazione dello spazio aereo turco e invita la Russia ad agire «con responsabilità», evitando «comportamenti pericolosi». A dicembre, ricorda poi Stoltenberg, «gli Alleati hanno deciso di aumentare la presenza di aerei Awacs nei cieli della Turchia, nell'ambito del rafforzamento delle difese aeree turche». Dopo l'abbattimento il 24 novembre scorso del jet di Mosca al confine con la Siria, che secondo Ankara aveva violato i suoi cieli, i due Paesi continuano a restare ai ferri corti. Già prima di quell'incidente, la Turchia aveva denunciato in più occasioni sconfinamenti russi dopo l'inizio della sua campagna militare a fianco del regime di Bashar al Assad
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