Turchia, si lancia con un coltello all'ingresso dell'ambasciata israeliana: ferito dagli agenti

Turchia, si lancia con un coltello all'ingresso dell'ambasciata israeliana: ferito dagli agenti
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Mercoledì 21 Settembre 2016, 17:59 - Ultimo aggiornamento: 22 Settembre, 11:29
Dall'incubo di un nuovo attacco in Turchia al gesto di uno squilibrato senza legami noti con organizzazioni terroristiche. A scatenare l'ennesimo allarme nella capitale Ankara è stato intorno a mezzogiorno un uomo armato di coltello, che si è lanciato verso l'ingresso dell'ambasciata israeliana, urlando slogan antisionisti e invocando la fine delle violenze in Medio Oriente. Ignorando l'alt della polizia turca, che presidiava l'esterno della missione diplomatica, l'assalitore ha proseguito brandendo l'arma finché un agente ha aperto il fuoco per fermarlo, ferendolo alla gamba in modo non grave. Arrestato e trasportato in ospedale, l'uomo è stato identificato dalle autorità come Osman Nuri Caliskan, 38enne operaio edile originario della provincia anatolica di Konya, affetto da disturbi mentali. Un gesto che le autorità turche hanno presto circoscritto, escludendo che l'assalitore avesse alle spalle una struttura terroristica.

Quasi subito si sono dissolti anche i timori sulla presenza di un ordigno nei pressi dell'ambasciata, dopo che era stato segnalato un pacco sospetto. Una squadra di artificieri, giunta sul posto insieme ad altri rinforzi, ha accertato che si trattava di un falso allarme.
Sull'episodio è stata comunque aperta un'indagine. Le misure di sicurezza nella zona sono state ulteriormente aumentate. Nessun dipendente dell'ambasciata è rimasto ferito, e la struttura non ha subito alcun danno. Anche perché, precisa il portavoce del ministero degli Esteri israeliano, l'assalitore è sempre rimasto «nel perimetro esterno» dell'edificio, protetto da imponenti misure di sicurezza. L'uomo aveva già destato sospetti prima di entrare in azione, dopo essere stato visto aggirarsi a lungo nei pressi dell'ambasciata. Il coltello, lungo circa 30 cm, era avvolto in un giornale. A far scattare il timore di un attacco organizzato era stato soprattutto l'obiettivo, condsiderato sensibile. Nonostante la normalizzazione dei rapporti tra Turchia e Israele, sancita da un accordo firmato a fine giugno per porre fine a 6 anni di tensioni dopo il blitz della Mavi Marmara, molti gruppi fondamentalisti continuano a dipingere Israele come un nemico. Tra le altre cose, l'accordo ha aperto la strada a un prossimo ritorno dei reciproci ambasciatori.
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