Trump choc contro gli immigrati «da quei cessi di Paesi». Condanna Onu. E lui ritratta

Trump choc contro gli immigrati «da quei cessi di Paesi». Condanna Onu. E lui ritratta
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Venerdì 12 Gennaio 2018, 02:13 - Ultimo aggiornamento: 21:56

Donald Trump choc. Il presidente americano, in un incontro nello Studio Ovale con alcuni membri del Congresso, usa parole dure contro gli immigrati. A parlamentari e senatori che gli chiedevano di riconsiderare la decisione di togliere lo status di protezione a migliaia di immigrati da Haiti, El Salvador e da alcuni Paesi africani, il tycoon ha risposto: «Perché gli Stati Uniti dovrebbero avere tutta questa gente che arriva da questo cesso di Paesi?». Parole forti che hanno ovviamente provocato la dura condanna dell'Onu finché non è arrivata la smentita dello stesso Trump: «Il linguaggio che ho usato al meeting sull'accordo Daca (sui dreamer) è stato duro», ma «non ho usato quel linguaggio», si è difeso il tycoon che comunque ha aggiunto: «Quello che è stato veramente duro è stato ricevere una proposta così stravagante».

Precisamente Trump avrebbe usato l'espressione "shithole countries" e si sarebbe spinto anche oltre: gli Stati Uniti dovrebbero attirare più immigrati da paesi come la Norvegia. I presenti all'incontro - secondo indiscrezioni riportate dai media americani - sarebbero rimasti spiazzati dal duro attacco del presidente.

Il senatore repubblicano Lindsay Graham e quello democratico Richard Durbin sono rimasti gelati: solo pochi minuti prima, avevano proposto di tagliare del 50% la lotteria per i visti di ingresso negli Usa continuando a tutelare gli immigrati già residenti nel Paese con lo status di protezione. Status accordatogli in quanto costretti a lasciare i loro Paesi di origine per sfuggire alle conseguenze di catastrofi come i devastanti terremoti che negli anni passati hanno colpito El Salvador o Haiti. La Casa Bianca non smentisce le ricostruzioni, limitando a dire: «Alcuni politici a Washington scelgono di combattere per paesi stranieri, ma il presidente combatterà sempre per gli americani», afferma il vice portavoce della Casa Bianca, Raj Shah.

«Come altri paesi che hanno un sistema dell'immigrazione basato sul merito, il presidente si batte per una soluzione permanente che rafforzi il paese dando il benvenuto a coloro che possono contribuire alla nostra società e far crescere la nostra economia». Le parole pronunciate da Trump incontrando alcuni membri del Congresso nell'ambito delle trattative per sciogliere il nodo dei Dreamer fanno eco a quelle che il presidente avrebbe pronunciato nei mesi scorsi. Lo scorso giugno avrebbe infatti detto che i 15.000 haitiani arrivati negli Stati Uniti nel 2017 «hanno tutti l'Aids».

Non se la sono cavata meglio i 40.000 nigeriani giunti negli Usa lo scorso anno: «Non torneranno più nelle loro capanne». Ma Trump stupisce anche su un altro fronte: la Corea del Nord. A sorpresa in un'intervista al Wall Street Journal afferma di «avere probabilmente un rapporto molto buono con Kim Jong Un». Il presidente non entra nel dettaglio e non chiarisce se ci siano stati contatti diretti. Alla domanda su possibili colloqui fra Trump e Kim, il presidente risponde: «Non commento. Non voglio dire se l'ho fatto o meno. Non voglio commentare».

La condanna dell'Onu. L'Onu ha condannato i commenti di Trump. Se confermati, sono «vergognosi e scioccanti», ha affermato il portavoce dell'ufficio Onu per i diritti umani Rupert Colville, sottolineando che tali commenti potrebbero mettere in pericolo vite umane fomentando la xenofobia. Trump, secondo i media americani, durante una riunione con alcuni deputati avrebbe detto «Perché gli Stati Uniti dovrebbero avere tutta questa gente che arriva da questo cesso di Paesi?».

L'Unione africana condanna duramente le ultime dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump dicendosi «francamente allarmata». «Credo che questa affermazione vada contro qualsiasi comportamento e pratica accettata e minacci i valori globali condivisi della diversità, dei diritti umani e della comprensione reciproca», ha affermato la portavoce dell'UA Ebba Kalondo. «Ciò è particolarmente sorprendente - ha aggiunto - dal momento che gli Stati Uniti d'America continuano ad essere un esempio globale di come la migrazione abbia dato alla luce una nazione basata su forti valori di diversità e opportunità». Ricordando a Trump che molti africani «sono arrivati ​​negli Stati Uniti come schiavi», nella sua dichiarazione, Kalonda ha ribadito che l'Unione africana e i suoi partner continueranno ad affrontare le cause delle migrazioni, combattendo anche contro il razzismo e la xenofobia. Nel frattempo, l'African national congress, il primo partito del Sudafrica ha utilizzato Twitter per rimproverare Trump sulla scelta «offensiva» delle sue parole. «Gli Stati Uniti hanno milioni di disoccupati e di persone senza assistenza sanitaria, ma noi non facciamo commenti dispregiativi», ha detto il vicesegretario Jesse Duarte. Altri hanno invece utilizzato l'umorismo per rispondere a Trump: «Buongiorno dalla più bella 'nazione di merdà del mondo!!!», ha postato Leanne Manas, giornalista dell'emittente sudafricana SABC.

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