Traghetto affondato, arrestato il capitano. Si suicida il vicepreside che guidava la scolaresca

Traghetto affondato, arrestato il capitano. Si suicida il vicepreside che guidava la scolaresca
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Venerdì 18 Aprile 2014, 09:06 - Ultimo aggiornamento: 19 Aprile, 11:35

Caso Schettino in Corea del Sud. Il capitano del traghetto Sewol, una ragazza di 26 anni assunta da sei mesi, affondato mercoledì mattina al largo delle coste meridionali sudcoreane, è finita nella bufera per aver abbandonato la nave, saltando sulla prima scialuppa di salvataggio, malgrado almeno 300 dei 475 passeggeri fossero ancora a bordo del 'suò traghetto. Non solo: «C'era il terzo luogotenente al timone quando è avvenuto l'incidente. Non il capitano, che stava dietro», ha affermato il procuratore generale Park Jae-eok.

Come rende noto l'agenzia Yonhap, il comandante è stato arrestato. Lee Jun-seok deve ora rispondere di cinque accuse, fra le quali quelle di negligenza e di violazione del diritto marittimo, precisa l'agenzia.

Suicida il vicepreside Intanto un vicepreside della Danwon High School, responsabile degli studenti in gita sul traghetto Sewol affondato al largo delle coste sudcoreane, è stato trovato morto oggi in quello che appare essere un suicidio.

Il bilancio Le vittime sono salite a 28, con i dispersi a quota 268. L'unità di crisi del governo di Seul ha reso noto che 16 corpi sono stati recuperati nelle operazioni notturne e di questa mattina.

Circa 550 persone sono impegnate nelle attività di soccorso subacquee, rese difficili dalle condizioni meteo e dalle forti correnti.

Il paragone con Schettino Le cause dell'incidente non sono ancora state chiarite. Molti passeggeri hanno detto di aver sentito un forte rumore, dopo il quale il traghetto si è fermato di colpo. Il capitano ha detto di non aver colpito uno scoglio. Sui media di Seul è comparso, tra le principali tragedie del mare, il riferimento al naufragio della Costa Concordia al largo dell'isola del Giglio, con qualcuno che fa spuntare il paragone con la condotta del suo comandante Francesco Schettino.

La fuga sulla prima scialuppa «Sono davvero dispiaciuto e mi vergogno profondamente. Non so cosa dire», ha ammesso, circondato da reporter e microfoni delle tv sudcoreane indossando una felpa grigia e nascondendosi nel suo cappuccio, Lee Jun-seok, 69 anni, esperto del settore con oltre 30 anni d'esperienza. Prima degli interrogatori della guardia costiera, Lee si è rifiutato di dare dettagli sulla dinamica delle disposizioni sia sull'emergenza sia delle procedure di evacuazione. Il problema, rimarcato nella rabbia e nella disperazione dei parenti dei 286 ancora dispersi, in gran parte degli studenti in gita delle scuole superiori di Ansan, e espresso anche durante la visita della presidente Park Geun-hye, è che Lee si sarebbe messo in salvo, a 30 minuti dal lancio della richiesta d'aiuto, sulla prima imbarcazione di soccorso arrivata.

In trappola La ricostruzione della tv pubblica Kbs, sposata da altri media, ha sottolineato che a gran parte dell'equipaggio è stato ordinato di abbandonare la nave malgrado le centinaia di passeggeri a bordo. La gestione dell'emergenza da parte dell'equipaggio è apparsa lacunosa. In base alle testimonianze e agli sms inviati dagli studenti ai familiari, l'ordine è stato di indossare i giubbotti salvagente, di restare calmi nelle cabine e di non uscire sui ponti, forse nella convinzione di poter salvare la nave o di stabilizzarla in vista di un affondamento più lento e regolare. L'inclinazione sul fianco sinistro ha accelerato il processo conclusosi in appena due ore, e molti passeggeri si sono trovati nell'impossibilità di vie di fuga mancando appigli per superare una pendenza sempre più ripida, avvalorando l'ipotesi che la maggior parte dei 268 passeggeri dispersi sia rimasta intrappolata nello scafo.

Le ipotesi sulle cause Sulle cause dell'incidente non ci sono versioni ufficiali, ma solo ipotesi: il violento impatto contro una barriera rocciosa, l'esplosione a bordo e l'improvviso cambio di rotta. La lettura del sistema automatico di tracciamento (Ais) ha rivelato una brusca virata finale del traghetto, causa forse della caduta dei container (il «boato» dei superstiti) e dell'inclinazione della nave. Sul punto, c'è da ricordare che la Sewol, costruita in Giappone nel 1994, è stata venduta dalla A-Ferry alla coreana Cheonghaejin Marine nel 2012, che ha fatto lavori di ampliamento (da 800 a 920 passeggeri), portando il baricentro verso l'alto con un nuovo piano e le tonnellate da 6.000 a quasi 7.000. Il traghetto, partito per la nebbia con tre ore di ritardo da Incheon, avrebbe preso una rotta leggermente diversa da quella consigliata dal ministero degli Affari marittimi: una mossa, è il dubbio, per recuperare tempo sull'arrivo all'isola di Jeju. Con il passare del tempo le chance di trovare i dispersi si affievoliscono, mentre il maltempo e il mare mosso hanno fermato per tutta la giornata le centinaia di soccorritori.

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