Torture e abusi sui detenuti dell'era Bush: il Pentagono costretto a pubblicare 200 foto choc

Torture e abusi sui detenuti dell'era Bush: il Pentagono costretto a pubblicare 200 foto choc
di Ida Artiaco
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Sabato 6 Febbraio 2016, 16:39 - Ultimo aggiornamento: 7 Febbraio, 20:20

Scandalo a Washington. Dopo oltre dieci anni di battaglia legale, il Pentagono è stato costretto a pubblicare le foto dei detenuti vittime di torture e abusi nelle carceri statunitensi in Iraq, Afghanistan e Guantanamo. Si tratta di duecento scatti, realizzati durante l’era Bush, cioè tra il 2004 e il 2006. Nell’ottobre del 2003 l’associazione American Civil Liberties Union aveva cominciato la sua lotta affinchè tutto il mondo venisse a conoscenza delle atrocità a cui venivano costretti i prigionieri da parte delle guardie americane.


Negli anni passati, gli ex segretari alla Difesa, Leon Panetta e Robert Gates, si era rifiutati di divulgare le foto. Poi ad ottobre scorso la svolta: il loro successore Ashton Carter aveva aperto la strada alla pubblicazione di 198 immagini. Ma l’associazione aveva considerato questa decisione «insufficiente ed arbitraria», attaccando pubblicamente l’amministrazione Obama. A questo punto, però, la battaglia legale è tutt’altro che conclusa. Il prossimo 19 febbraio, infatti, ci sarà la prima udienza de processo in cui potrebbero essere divulgate altre 1800 foto che il Pentagono si ostina a mantenere segrete.

Tra i casi citati dall’associazione, c’è quello di Eric Garner, afroamericano morto a New York dopo che un poliziotto lo aveva preso per il collo e neutralizzato. Il video dell’aggressione, una volta pubblicato, innescò una serie di reazioni in tutti gli Stati Uniti. «Crediamo che le foto, quando vengono rese note, possano avere la capacità di fare lo stesso nei casi di abusi contro i detenuti, per questo il Pentagono si ostina a tenerle per sè», ha dichiarato al quotidiano inglese Guardian Alex Abdo, avvocato della ong.

Le immagini in questione sono per la maggior parte sfocate o sgranate, ma mostrano lividi e tagli presenti sul corpo dei detenuti. Sarebbero collegate a 56 casi di presunti abusi da parte delle forze statunitensi, dei quali 14 sono già stati ritenuti validi, con 65 membri del personale di servizio ammoniti come risultato. Il Pentagono non ha però chiarito in che contesto siano state scattate le foto in questione, né come i prigionieri si siano infortunati. Secondo gli attivisti dell’American Civil Liberties Union si tratta di una serie di abusi compiuti da soldati americani ai danni di donne e uomini, spesso di religione e nazionalità diverse dalla loro. 
 

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