Terrorismo Isis, a Washington vertice internazionale sulla sicurezza voluto dagli Stati Uniti

Terrorismo Isis, a Washington vertice internazionale sulla sicurezza voluto dagli Stati Uniti
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Domenica 15 Febbraio 2015, 21:28
Una minaccia che, settimana dopo settimana, si è fatta inconfutabilmente globale, ma anche sfaccettata e concreta quanto sfuggente. L'Isis in piena fase di espansione, con rami che dalle sue basi in Siria e Iraq ormai si spingono anche fino alla Libia. I 'lupi solitarì che colpiscono, ancora, l'Europa al cuore.





I 'foreign fighters' che fanno paura 'in casà. È questo il quadro in cui si terrà mercoledì e giovedì a Washington il vertice internazionale sulla sicurezza globale. Voluto dalla Casa Bianca per esplorare strategie comuni, convocato a livello di ministri, per l'incontro si dovrà inevitabilmente rivedere fino all'ultimo momento agenda e scaletta, con le emergenze che non smettono di accavallarsi. Non da ultima l'escalation di violenze in Libia, tema che -lo ha sottolineato anche l'Alto rappresentante Ue Federica Mogherini- non si esclude venga sollevato giovedì a Washington. L'allarme viene anche da fonti dell'intelligence Usa che segnalano, citate oggi dal New York Times, come lo Stato Islamico sia in piena attività nello stabilire affiliazioni: in Afghanistan, Algeria, Egitto e Libia. Indicazioni che sembrano sottolineare come l'emergere di questa nuova minaccia globale evochi la conseguente prospettiva di una nuova guerra globale al terrorismo. Niente di definito, delineato o concordato - ad oggi - si nota, ma l'urgenza è sul tavolo. Tanto più che lievitano anche i numeri: si calcolano tra 20mila e 31.500 combattenti solo in Siria e Iraq, dati che segnalano un 'salto di qualità rispetto alle stime precedenti. E poi il timore che l'Isis stia assumendo nuovi connotati da articolato network e con una nuova «impronta internazionale».



Elemento anche questo che ha già messo in allarme le agenzie antiterrorismo a Washington, sebbene non sia ancora chiaro quanto efficace risulteranno nel tempo tali «affiliazioni», fino a che punto non si tratti di un «rebranding opportunistico» nella speranza di potenziare l'attrattività della causa jihadista sfruttando la notorietà dell'Isis.



Così l'appuntamento di Washington sarà l'occasione per coordinare sforzi e strategie.
Con l'aggiunta del 'dossier Libia' che, se non si può dire certo 'nuovo, di sicuro risulta oggi urgente. Un elemento che non può passare inosservato all'amministrazione Obama che già in passato a questo proposito aveva tra l'altro sollecitato un ruolo per l'Italia.
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