Svezia, la Russia fa paura: al via le esercitazioni militari più grandi degli ultimi vent'anni

Soldati dell'esercito svedese durante un'operazione
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Lunedì 11 Settembre 2017, 17:28 - Ultimo aggiornamento: 18:15
19.000 soldati da otto diverse nazioni. In Svezia oggi iniziano le più importanti esercitazioni militari degli ultimi vent'anni. Per Aurora 17, nome in codice dell'operazione, scenderanno in campo principalmente soldati svedesi con piccoli contingenti, per un totale di circa 1400 uomini, provenienti da Finlandia, Danimarca, Norvegia, Francia, Estonia, Lituania e Stati Uniti. Durante i 18 giorni programmati i militari opereranno in aria, a terra e in mare, muovendosi soprattutto nella regione di Stoccolma, e nell'isola di Gotland, nel Baltico.

«Le esercitazioni sono un segnale cruciale della politica di sicurezza. Aumentano la soglia contro diversi tipi di incidenti», ha spiegato il ministro della difesa, Peter Hultqvist. Il Ministro ha anche precisato come l'operazione, che simula un attacco al Paese da parte di forze straniere, «contribuirà a valutare le nostre capacità militari». Le manovre testimoniano l'aumento delle tensioni regionali e il timore della Svezia di un attacco a sorpresa da parte della Russia. Per lo stesso motivo il governo del Paese scandinavo, tradizionalmente neutrale e al di fuori del Patto Atlantico, ha reintrodotto la leva obbligatoria da luglio non riuscendo a completare il proprio esercito con i soli volontari.

L'obiettivo è quello di ricostruire una forza militare capace di rispondere con efficacia in caso di pericolo. Non come il 29 marzo 2013 quando diversi aerei da guerra russi partiti da San Pietroburgo sorvolarono l’isola svedese di Gotska Sandön, nel mar Baltico, simulando un attacco contro Stoccolma e il sud della Svezia. In quel caso le forze svedesi si mostrarono impreparate, al contrario degli aerei della Nato presenti in Lituania e Danimarca. Inoltre Aurora 17 anticipa di pochi giorni l'inzio di una serie di esercitazioni militari che proprio la Russia condurrà lungo i confini orientali della Nato insieme alla Bielorussia. 
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