Usa, aiuta il suicidio assistito della compagna, ma il tumore non c'è: uomo arrestato

Usa, aiuta il suicidio assistito della compagna, ma il tumore non c'è: uomo arrestato
di Federica Macagnone
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Martedì 17 Ottobre 2017, 17:17 - Ultimo aggiornamento: 18 Ottobre, 18:51

Voleva che tutto rimanesse segreto, ma dopo tre giorni insonni non ha retto più e ha chiamato la polizia: insieme agli agenti è tornato nel bosco vicino al fiume Platte, 40 km a sudovest di Omaha, in Nebraska, dove aveva lasciato la sua compagna 38enne, Alicia Wilemon-Sullivan. Quando sono arrivati Alicia giaceva morta in terra.

 

Era il 5 agosto scorso. Matthew J. Stubbendieck, 41 anni, ha raccontato agli investigatori di averla accompagnata lì per aiutarla a suicidarsi: la sua fidanzata, madre di tre bimbi, gli aveva detto di avere quattro tumori terminali sparsi tra collo, ascelle e stomaco e, sapendo di non avere speranze, era intenzionata a togliersi la vita tra le braccia del suo uomo. In questa storia, che ha portato Matthew ad essere incriminato per suicidio assistito, c'è stato però un colpo di scena inaspettato che getta una nuova luce sulla tragedia: l'autopsia, infatti, ha rivelato che Alicia non aveva alcuna traccia di tumori. Aveva quindi mentito al suo compagno per dargli una buona motivazione per aiutarla a suicidarsi? Aveva ricevuto una diagnosi sbagliata? Oppure Matthew ha inventato tutto per evitare l'accusa di omicidio? Un giallo non semplice da risolvere, sul quale la polizia sta lavorando.

Matthew, di Weeping Waters, nel Nebraska, ha raccontato nei minimi dettagli la vicenda. Alicia, di Orange City, in Florida, lo avrebbe raggiunto nel Nebraska dopo aver lasciato i tre figli a Kenneth Johnson, un amico che conosceva da vent'anni, dicendogli che stava andando in vacanza a Key West: i tre ragazzi sono poi andati dalla nonna, Shirley Wilemon. Una volta insieme, Alice è andata con Matthew allo Schramm State Park vicino al fiume Platte River per mettere in atto il suo piano suicida, ma poi, vista la presenza di un lavoratore del parco, era tornata a Weeping Waters e si era diretta verso un bosco di un'area chiamata Acapulco Lake. Erano le 14 del 5 agosto: da quel momento Matthew è stato con la fidanzata per diverse ore mentre lei cercava di uccidersi. Non l'aveva mai accompagnata alle visite mediche, ma le aveva creduto sulla parola quando l'aveva sentita dire di avere dei tumori incurabili.

Per due volte ha tentato di soffocarla mentre dormiva, ma poi si era fermato vedendola soffrire. Quando alle 21.30 lui è andato via, Alice era ancora viva, in grado di sussurrare, dopo aver ingerito diverse pillole ed essersi tagliata la vene dei polsi. Nel pomeriggio successivo è tornato sul posto e ha trovato la fidanzata morta, ma non ha avvisato nessuno: aveva intenzione di far passare cinque o sei mesi prima di farlo, ma poi ha cambiato idea e tre giorni dopo ha chiamato la polizia perché quel segreto, come ha dichiarato, stava distruggendo la sua famiglia. Fin qui il racconto di Matthew: per sapere se davvero corrisponde alla verità bisognerà attendere la magistratura.
Non sono esclusi possibili, ulteriori colpi di scena.

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