Da Facebook a Twitter, i social si alleano contro il terrorismo

Da Facebook a Twitter, i social si alleano contro il terrorismo
di Cristiana Mangani
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 7 Dicembre 2016, 10:55 - Ultimo aggiornamento: 9 Dicembre, 18:55
I colossi del web si schierano contro il terrorismo: Facebook, Microsoft, Twitter e YouTube hanno deciso di creare un database condiviso per contrastare la proliferazione online di contenuti terroristici. Sarà una sorta di contenitore unico nel quale verranno condivise immagini e video violenti, di propaganda o volti al proselitismo. Un modo per facilitare la rimozione dal web di questi contenuti. I grandi colossi, dunque, si uniscono e lo fanno ancora prima degli stati dell'Unione europea che, invece, non riescono a trovare un accordo per lo scambio delle informazioni. L'iniziativa arriva, però, in contemporanea a una bacchettata da Bruxelles: secondo la Commissione Ue, infatti, i social network, Twitter in testa, devono fare di più sulla rimozione dal web dei messaggi d'odio.

IMPRONTE UNICHE
I big della Rete metteranno in comune quelle che definiscono le «impronte» digitali uniche che assegnano ai contenuti online violenti o riconducibili ad attività terroristiche. Una sorta di «etichetta» che i computer possono «leggere». L'iniziativa punta a evitare, ad esempio, che un video bloccato su Twitter compaia successivamente anche su Facebook o YouTube.

La decisione di collaborare è stata presa dopo ripetuti incontri delle aziende con le autorità dell'Unione europea. A maggio le compagnie si erano impegnate con la commissaria Ue alla Giustizia, Vera Jourova, a rimuovere entro 24 ore i messaggi online incriminati. Ma questo non ha fermato Bruxelles che, ieri, proprio su questo punto ha fatto arrivare il suo richiamo, pubblicando una prima valutazione in merito. Dal documento emerge che Twitter ha rimosso solo nel 19,1 per cento dei casi i contenuti di incitazione all'odio che gli sono stati segnalati, Facebook lo ha fatto per il 28,3 per cento, mentre YouTube per il 48,5 per cento. E in Italia la presidente della Camera Laura Boldrini, particolarmente colpita da messaggi web ingiuriosi, ha rincarato la dose: «I social network non danno seguito ai loro impegni nella lotta all'odio su Internet». Negli ultimi sei mesi - è la sua denuncia - «solo il 28%» dei messaggi segnalati come hate speech è stato rimosso».

Quello della circolazione non solo di news false, ma di contenuti violenti che spaziano dal terrorismo al cyberbullismo, è uno dei grossi problemi delle piattaforme social. Twitter in un anno ha chiuso 360 mila account legati al terrorismo. Dopo un'operazione di appena due giorni, ieri l'Europol ha segnalato oltre 1800 messaggi propagandistici di media affiliati a Isis e Al-Quaeda per una rimozione rapida. I contenuti trattati erano in nove lingue diverse e ospitate su 35 piattaforme online, tra questi numerosi social media. «La rimozione finale del materiale - ha sottolineato l'Europol - è tuttavia un'attività volontaria che spetta ai web provider».

NUOVO FORUM
L'8 dicembre, poi, la Commissione europea ha organizzato il secondo forum con i colossi di Internet per affrontare la situazione e chiedere maggiore collaborazione. Anche perché - come sottolinea il Financial Times a proposito dell'odio online - solo nel 40 per cento dei casi l'intervento arriva entro le 24 ore. Dopo 48 ore si sale all'80 per cento, mostrando - ha dichiarato ancora il commissario Jourova - «che l'obiettivo può essere realisticamente raggiunto». Inoltre, per le piattaforme sotto accusa la questione può rappresentare un grosso limite agli investimenti economici. Si pensi a Twitter, che si è (già) giocato l'interesse dei potenziali acquirenti proprio per questo problema. Mentre Facebook starebbe studiando un modo per riconoscere le notizie false: agli utenti coinvolti è stato chiesto di classificare in una scala da uno a cinque il tono ingannevole del contenuto.

E in serata, nella MacDill Air Force Base di Tampa, nell'ultimo atteso discorso sulla sicurezza nazionale, rivendicando il successo della sua strategia nella lotta al terrorismo, il presidente Obama ha detto: «L'America non può cedere alla paura, stiamo spezzando la schiena all'Isis».

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