Siria, tredicimila impiccagioni in 5 anni: Amnesty denuncia la strage segreta nelle carceri di Assad

Siria, tredicimila impiccagioni in 5 anni: Amnesty denuncia la strage segreta nelle carceri di Assad
di Rachele Grandinetti
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Martedì 7 Febbraio 2017, 16:01 - Ultimo aggiornamento: 8 Febbraio, 13:03
«Ogni settimana, tra le 20 e le 50 persone sono prelevate dalle proprie celle per essere impiccate durante la notte. Circa 13mila persone sono state uccise a Saydnaya dal 2011, nella massima segretezza. Molte altre persone a Saydnaya sono state uccise dopo essere state ripetutamente torturate e sistematicamente private di cibo, acqua, medicine e assistenza medica. I corpi di coloro che sono stati uccisi a Saydnaya sono portati via in camion e sepolti nelle fosse comuni. È impensabile che tali pratiche sistematiche e su ampia scala non siano state autorizzate dai più alti livelli del governo siriano». È quanto si legge sulla pagina di Amnesty International che fa luce su un dramma consumato tra le mura e che, in una manciata di anni, ha portato alla tortura e alla morte di migliaia di innocenti.

Sono i numeri con cui fanno i conti le vittime del regime di Assad e della sua “politica dello sterminio”. A pochi giorni dalla giornata della memoria, la cronaca si riempie di fatti e testimonianze che denunciano la “campagna delle atrocità”. Amnesty International ha stilato un rapporto intervistando 31 uomini imprigionati proprio a Saydnaya, 4 funzionari della struttura, 3 ex giudici siriani, 3 dottori che hanno prestato servizio presso l’ospedale militare di Tishreen, 4 avvocati, 17 esperti di detenzione siriana e 22 parenti di prigionieri che sono stati (o sono ancora) reclusi a Saydnaya. Dalle loro parole sono emerse le torture e le sparizioni perpetrate dal 2011: ogni settimana circa 50 detenuti venivano prelevati dalle celle per essere picchiati e «impiccati di notte in totale segretezza». Si tratta per lo più di civili visti come oppositori del governo. «Li lasciano appesi da 10 a 15 minuti. Per quanto riguarda i più giovani, quando il loro peso non è sufficiente per farli morire, intervengono gli assistenti del boia che li tirano verso il basso finché non gli si spezza il collo», ha raccontato un ex giudice che ha assistito alle esecuzioni.

Questo è l’appello di Amnesty che, on line, ha lanciato una petizione da firmare: «Le violazioni registrate a Saydnaya costituiscono crimini contro l’umanità e devono essere perseguiti. Il governo siriano deve lasciar entrare osservatori indipendenti per indagare nei brutali centri di detenzione della Siria. Invia ora una e-mail e chiedi alla Russia e agli Stati Uniti di usare la loro influenza globale per assicurare che osservatori indipendenti siano autorizzati ad avviare indagini sulle condizioni nelle carceri della tortura in Siria».
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