I fronti interni dello zar/Perché Putin non muoverà la guerra all’Occidente

di Alessandro Orsini
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Sabato 15 Ottobre 2016, 00:09
La Russia non può avviare una guerra frontale e duratura con l’Occidente per tre ragioni. La prima è legata alla sua inferiorità sul piano militare. La spesa militare della Russia è pari a 53 miliardi di dollari all’anno contro i 570 miliardi degli Stati Uniti. L’arretratezza dell’esercito russo è apparsa, in tutta la sua evidenza, durante la guerra del 2008 contro la Georgia.
Una volta piegato questo piccolo nemico, la Russia ha avviato un ampio processo di modernizzazione del settore militare, che costerà circa 700 miliardi di dollari entro il 2020. Il fine è quello di trasformare l’esercito russo, da una forza di massa, concepita per affrontare scontri globali, in una forza leggera e dinamica, per risolvere conflitti locali e regionali. Un esempio di successo è rappresentato dalle rapide operazioni militari con cui le truppe di Putin hanno occupato la Crimea nel marzo 2014. Il progetto di modernizzazione dell’esercito russo non è stato concepito per intraprendere una guerra ampia, e di lunga durata, con i Paesi occidentali. 
La seconda ragione, che impedisce alla Russia di avviare una guerra frontale e duratura con l’Occidente, è legata alla sua inferiorità sul piano delle alleanze. La Russia non dispone di alleati paragonabili, per potenza economica, peso strategico e capacità militari, agli alleati degli Stati Uniti. Quando si corre alle armi, una delle differenze principali tra Usa e Russia è che gli americani possono contare sul sostegno dei Paesi più ricchi e potenti del mondo. 

Il livello di profondità delle relazioni tra Russia, Iran e Cina non è paragonabile, nemmeno lontanamente, alla profondità delle relazioni tra Stati Uniti, Israele, Inghilterra, Francia e Germania. Il 16 agosto 2016, il ministro della difesa russo annunciò che i suoi aerei avevano iniziato a decollare da una base iraniana per colpire le postazioni dell’Isis in Siria. L’Iran, che aveva chiesto alla Russia di mantenere segreta la notizia, s’infuriò e chiuse immediatamente le sue basi agli aerei di Putin. 

La terza ragione, che impedisce alla Russia di avviare una guerra frontale e duratura con l’Occidente, è forse la più importante di tutte. Se la Russia avviasse una guerra su larga scala contro l’Occidente, cadrebbe nella trappola della Casa Bianca. Come dimostra l’evoluzione militare della guerra in Siria, gli Stati Uniti sanno di non poter abbattere Putin, uccidendo direttamente i suoi soldati e abbattendo i suoi aerei. Tuttavia, se un nemico non può essere abbattuto dall’esterno, può essere abbattuto dall’interno. La Russia attraversa una crisi economica imponente, che ha spinto il suo governo a tagliare la spesa sociale. Anche in questo caso, la differenza tra il peso strategico degli alleati americani, e quello dei russi, balza agli occhi.

L’Arabia Saudita, operando per favorire il crollo del prezzo del petrolio, ha drammaticamente impoverito la Russia. Nello stesso tempo gli Stati Uniti e l’Arabia Saudita continuano a finanziare la guerra in Siria, che hanno perso in modo inoppugnabile, ma che possono trascinare ancora a lungo, armando i ribelli che lottano contro Bassar al Assad. Rifiutando di mollare la presa sulla Siria, gli americani costringono la Russia a finanziare una serie di operazioni militari esterne che accrescono il suo impoverimento interno. I soldi che Putin spende per difendere Bassar al Assad in Siria vengono sottratti ai cittadini russi e, più in particolare, ai ceti meno abbienti, che hanno maggiore bisogno del sostegno economico dello Stato. Disoccupazione, e riduzione dei sussidi, creano il terreno favorevole alle rivolte interne: sia quelle di piazza, sia quelle di palazzo. Maggiore è il numero di guerre in cui la Russia è costretta a impegnarsi, maggiore è la rapidità del suo declino.

L’affermazione secondo cui la Russia aggredisce l’Occidente, andrebbe sottoposta al vaglio della ragione. Le due guerre che il blocco occidentale sta combattendo contro Putin sono entrambe in “casa” della Russia e non dell’Occidente. Fino al 2011, la Siria era uno Stato sotto il dominio russo, come lo era l’Ucraina fino al 2014. Se gli americani perderanno queste due guerre, si ritroveranno nella posizione di partenza. Il che significa che non avranno perso niente. Se, invece, la sconfitta toccherà a Putin, la Russia perderà il controllo che esercitava sulla Siria e sull’Ucraina. Il che significa che avrà perso molto. In sintesi, l’obiettivo degli americani è accrescere il numero delle guerre con la Russia mentre l’obiettivo dei russi è ridurre il numero delle guerre con gli americani. Gli Stati Uniti sono una macchina perfetta per avanzare. La Russia è una macchina imperfetta per non arretrare. A differenza di ciò che crediamo, l’Occidente - pur essendo il più grande difensore dei diritti umani - non è una civiltà fondata sulla costruzione della pace. È una civiltà fondata sulla costruzione della pace, alla fine di una guerra. 
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