Catalogna, la piazza delusa da Puidgemont: festa rimandata

Catalogna, la piazza delusa da Puidgemont: festa rimandata
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Martedì 10 Ottobre 2017, 21:57
Doveva essere la grande festa dell'indipendenza catalana, ma così non è stato. È stata rinviata sine die, almeno per il momento. Quando il presidente catalano Carles Puidgemont propone al Parlament di congelare gli effetti dell'indipendenza sancita dal referendum del primo ottobre per avviare un negoziato con lo Stato, le migliaia di militanti secessionisti riuniti sul Passeig Lluis Companys, a poche decine di metri, si bloccano dietro un inatteso ed incontrollato 'ooooohhhh' di delusione.

Le bandiere catalane, le Estelades giallo-oro con la stella dell'indipendenza su un triangolo azzurro, continuano sì a sventolare, ma molto più timidamente, il cielo ormai scuro per il tramonto. Non c'è più l'entusiasmo dell'inizio della manifestazione, quando tutti i presenti, con pochissime eccezioni, erano sicuri che l'indipendenza piena sarebbe stata proclamata dal loro President. Aspettando il discorso di Puigdemont, ritardato di un'ora, un sindacalista dell'Ugt, avvolto nell'Estelada come la maggior parte dei presenti, spiega a chi gli sta vicino come la vede lui. «Dovete capire una cosa: non possiamo tornare indietro, perderemmo la faccia e lo Stato spagnolo, dopo averci trattato male per decenni, ci schiaccerebbe ancora una volta», dice Francisco Balcells, 51 anni, un simpatico signore bene in carne che lavora per un'azienda francese di latticini. «Ma che sia chiaro, non vogliamo frontiere con nessuno, e soprattutto vogliamo negoziare. Facciamo parte dell'Europa».

La piazza, famosa per l'arco di trionfo in mattoni rossi dell'Expo del 1888, ospita anche il tribunale superiore di giustizia, e si trova a poche centinaia di metri dal Parc de la Ciutadella, al centro del quale c'è il Palau del Parlament, oggi off limits tranne per i deputati e le migliaia di giornalisti. Gli organizzatori hanno montato sul Passeig due maxi schermi, trasmettendo in diretta la all news di Tv3, la tv catalana, in catalano. Un'atmosfera di festa sin dall'inizio, con fischi ed applausi, l'inno El Segadors cantato a squarciagola e bandiere catalane al vento. Appaiono anche cartelloni antifascisti, come lo storico "No a Valencia, Palma o Barcelona. No pasaran".

Sono applausi a non finire per Puigdemont, ogni volta che appare sullo schermo, e anche per la presidenta del Parlament dalla giacca rosso fuoco Carme Forcadell.
Fischi invece per l'altissimo rappresentante del Pp, Xavier Garcia Albiol, un ex giocatore di pallacanestro, definito dalla folla «cabron», cornuto. Ben peggio vanno le cose per Ines Arrimadas di Ciudadanos, che incassa l'inaccettabile epiteto maschilista di «puta fascista», mentre al socialista Miquel Iceta vanno soltanto bordate di fischi. Alla fine i manifestanti se ne vanno con l'amaro in bocca: per la 'Repubblica catalanà, semmai ci sarà, dovranno aspettare ancora.
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