Austria, proposta del leader di estrema destra Hofer: «Demolire la casa natale di Hitler»

La casa natale di Adolf Hitler a Braunau am Inn, Austria
di Giacomo Perra
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Lunedì 26 Settembre 2016, 18:41 - Ultimo aggiornamento: 30 Settembre, 13:23

È, a suo modo, una delle grandi attrazioni di Braunau am Inn, il paesino austriaco al confine con la Germania noto in tutto il mondo per aver dato i natali ad Adolf Hitler. Per qualcuno, però, più che una visita, la casa d’infanzia del Führer, sorta di sacrario per tanti nostalgici dei brutti tempi che furono, meriterebbe di cadere giù con tutto il suo ingombrante passato. Questo qualcuno, un po’ a sorpresa, è nientemeno che Norbert Hofer, terzo vicepresidente del Parlamento austriaco nonché candidato (di estrema destra) alle prossime elezioni presidenziali, che, intervistato dall’agenzia Apa sull’opportunità di trasformare l’immobile in museo o, in alternativa, di abbatterlo, inaspettatamente, si è espresso a favore della seconda opzione, un’ipotesi spesso circolata ma sempre sfumata in ragione dell’ubicazione in pieno centro cittadino e del carattere storico-artistico della residenza. “Se proprio volete la mia opinione” - ha affermato il leader del populista Partito della Libertà Austriaco nel tentativo, secondo i più maliziosi, di accattivarsi le simpatie (e soprattutto i voti) della comunità ebraica -, “io sono a favore della sua demolizione”.
 

 

 
Abitata dagli Hitler fino al 1891, quando il piccolo Adolf aveva solo due anni, e meta da sempre di oltraggiosi “pellegrinaggi” da parte di anacronistici sostenitori del regime nazista, la dimora è attualmente di proprietà della signora Gerlinde Pommer, che non ha mai voluto vendere e fin dagli anni Settanta riceve un canone di circa 46000 euro mensili dallo Stato, impegnatosi a utilizzare lo stabile per attività socio-culturali. Una di queste, l’assistenza a un gruppo di disabili attraverso un progetto di casa di accoglienza, non fu svolta per il rifiuto della donna di intervenire per l’abbattimento delle barriere architettoniche del palazzo, che dal 2011 risulta vuoto e abbandonato.
 
Quest’anno, però, il destino della residenza, in cui la Pommer non volle far inserire una targa in onore delle vittime dell’Olocausto - dall’altro lato della strada, comunque, fa bella mostra di sé una lapide con la scritta “Per la pace, la libertà e la democrazia. Mai più fascismo: milioni di morti ci ammoniscono” - , è ritornato di moda con l’approvazione da parte del Governo di Vienna di una proposta di legge per ottenere l’esproprio dell’edificio. Una decisione dettata soprattutto dalle esigenze di mettere fine agli immancabili e penosi raduni dei nostalgici del Führer e della sua criminale dittatura e di evitare che l’abitazione possa passare in mani sbagliate. “L’esproprio - ha detto recentemente il portavoce del Ministero dell’Interno Karl-Heinz Grundboeck - è il solo mezzo per evitare che la casa sia utilizzata dai nazisti”. 
 
 
 

 
 
 
 
 

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