Profughi, allarme anche a Berlino: «Troppe richieste d'asilo»

Profughi, allarme anche a Berlino: «Troppe richieste d'asilo»
di Fabio Morabito
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Lunedì 24 Agosto 2015, 05:48 - Ultimo aggiornamento: 11:50

La Macedonia si è arresa ai profughi. I confini blindati con la Grecia, il pattugliamento di centinaia di militari e poliziotti in tenuta antisommossa, l'uso delle bombe stordenti, dei lacrimogeni e dei manganelli per scoraggiare e respingere i migranti, non sono bastati. E ieri è stato dato di fatto il via libera, dopo che già sabato qualche filo spinato, anche se per pochi minuti, era stato rimosso dalla stessa polizia.

VERSO IL NORD EUROPA
Tre giorni di tempo - così è la legge macedone - per andare oltre. Per andare in Serbia, da dove poi raggiungere l'Ungheria e infine la Germania, la Svezia o l'Olanda, in un esodo verso l'Europa del benessere, in fuga dalla guerra, dalle dittature, dalla povertà. In viaggio sono soprattutto siriani, ma ci sono anche afgani, pachistani, iracheni, somali. La Germania, il traguardo sognato, si aspetta “l'assalto” nel breve tempo di 800mila migranti.
E ieri il vice cancelliere Sigmar Gabriel ha detto che per Berlino questa è «la più grande sfida dalla riunificazione tedesca». Ci sono tensioni anche in Germania: una trentina di agenti sono rimasti feriti nella notte di venerdì, perché aggrediti da gruppi neonazisti che a Heidenau, vicino a Dresda, volevano impedire l'accoglienza di 250 profughi. Ma i giornali fanno notare che senza la massiccia integrazione di rifugiati si rischia il collasso dei servizi sociali, e il settimanale tedesco Die Zeit titola ”Willkommen!” (benvenuti) rivolto ai profughi.
Mentre la Germania si prepara all'urto, Skopje è passata da blocco totale, a ingressi contingentati, privilegiando bambini, donne e anziani. Ma nei fatti il via libera è per tutti. I migranti vengono lasciati passare in gruppi di due-trecento persone. Non ci sono cifre ufficiali, se non dall'altra parte del confine, in Serbia: a Presevo in 24 ore sono stati accolti «almeno» ottomila profughi. Un'ondata umana che per raggiungere la Serbia è prima dovuta entrare in Macedonia. Gente affamata, stanca, descritta in condizioni igieniche disastrose.
Chi può avere voglia di restare in Macedonia, paese povero, che dell'Unione europea non fa parte anche per le resistenze della Grecia, che gli rimprovera di volersi chiamare come una sua regione? Nessuno, è terra di passaggio. E Skopje ha fatto i suoi conti, non avendo motivi per fare il gendarme inflessibile ai confini con la poca amata Grecia, da dove premono migliaia e migliaia di migranti. Già sabato in 1.500 erano riusciti a passare, perché la polizia lo aveva concesso, o perché in tanti - con coraggio, tenacia e disperazione - erano riusciti a saltare il filo spinato magari ferendosi, magari resistendo ai colpi di manganello, e facendosi largo in qualche modo.

TRENI E PULLMAN
Il muro della Macedonia, che appunto muro non è mai veramente stato, si è sciolto dopo pochi giorni. Le agenzie internazionali ci raccontano le testimonianze di questo cammino inesausto della speranza. Quello che è cambiato, da un giorno all'altro, nella città di confine Gevgelija, lo racconta bene un siriano di Aleppo, Abdullah Bilal, 41 anni: «Ho visto cosa stava succedendo al telegiornale, e pensavo che avrei trovato lo stesso. Invece quando sono arrivato qui era tutto molto tranquillo. La polizia macedone ci ha detto: “Benvenuti in Macedonia. Treni e pullman ti stanno aspettando”». Da un giorno all'altro si è passati dalle granate sonore e i manganelli, alle corse supplementari dei treni, agli autobus precettati in servizio “navetta” per il prossimo confine.

LA BAMBINA APPENA NATA
Ma se l'esodo attraverso i Balcani ha spinto le “nemiche” Skopje e Atene a cercare ieri una linea concordata, il dramma migranti è tutti i giorni - anche ieri - un dramma europeo. A Cagliari oggi arriveranno - su una nave norvegese - mille naufraghi raccolti nel Canale di Sicilia e provenienti dalla Libia. C'è anche una bambina nata due giorni fa, quando la madre è stata salvata dalla Guardia costiera. Le Capitanerie di Porto italiane hanno quantificato in 4.400 i migranti salvati - un primato - solo nel giorno di sabato. I numeri di un esodo, il vero mondo globale è questo.